venerdì, Novembre 29, 2024
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UnFauno – Non Capisco, il videocip di Gabriele il Fauno in esclusiva

Dopo l’accoglienza positiva del primo singolo “Lei non sa chi sono io”, l’artista romano UnFauno torna con il nuovo singolo “Non Capisco”, sempre per Phonarchia dischi. Fauno Lami, in arte UnFauno, pubblicherà il suo primo album solista nel 2021

Il videoclip di “Non Capisco” è stato ideato insieme a UnFauno dopo un paio di telefonate – ci ha detto il regista Gabriele Il Fauno – Io e lui non ci conoscevamo ancora di persona, ma entrambi avevamo un contatto in comune, quello di Matteo Gabbianelli, uno dei produttori della traccia. Ascoltando le canzoni di UnFauno mi è parso subito che, sia nella musica che nei testi, ci fosse sempre un po’ di ironia mista ad una sottile malinconia e ho capito quindi, che queste due essenze dovevano trasparire anche nel video. Per la scrittura del soggetto siamo partiti da una domanda precisa: che fine fa la felicità quando un amore finisce? Per analizzare questo concetto abbiamo voluto sezionare tutte le parti dell’innamoramento: il dolce decollo, l’incredibile volo, l’improvvisa discesa e infine l’atterraggio che, quasi sempre nella realtà, si trasforma in un disastro aereo.

Abbiamo scelto come attrice protagonista Giulia Bianchi, la quale aveva preso parte anche al primo video di UnFauno “Lei non sa chi sono io”. Ci piaceva dare una continuità tra i due videoclip, come se fossero ambientati nello stesso “universo”. La trama si articola tra scene in esterna nella suggestiva cornice romana e scene in green screen per raccontare in modo anomalo e psichedelico le turbolente sensazioni provate all’inizio di una storia. Il susseguirsi di avventure e disavventure di questi tre minuti e venti culmina col nostro protagonista che, quasi fra le lacrime, regala alla telecamera un sorriso “giocondo” inteso come sereno ma anche ambiguo e criptico, poiché totalmente fuori luogo.

Il video è stato diretto da me con l’aiuto di Luca di Paolo che si è occupato della produzione e organizzazione generale. Abbiamo registrato tutto con la mia Fujifilm XT4 e le mie ottiche vintage, di cui vado molto fiero, perché restituiscono una pasta molto cinematografica

Arthuan Rebis, i 4 video sotto la Quercia delle Streghe: Sacred Woods

Driade e Come Foglie Sospese, sono i primi due di 4 video complessivi che Arthuan Rebis ha girato presso la Quercia delle Streghe, albero di almeno seicento anni che si trova vicino a Lucca (Capannori), per veicolare il suo nuovo album intitolato “Sacred Woods

Alessandro Arturo Cucurnia, in arte Arthuan Rebis, è un musicista dalle attitudini proteiformi, tra le quali quelle legate all’incontro tra le tradizioni musicali orientale e occidentale. Linguaggi lontani in termini storici e geografici che si contaminano con una forma di sperimentazione maggiormente legata alla cultura del novecento.
Dovessimo elencare gli strumenti che Arthuan Rebis è in grado di far vibrare, non sarebbe sufficiente questo spazio, tra questi, l’arpa celtica occupa sicuramente un posto privilegiato nella sua musica.

Oltre al progetto “The Magic Door“, condiviso con Giada Colagrande, tra le autrici di Cinema più stimolanti e non allineate che abbiamo in Italia, come Arthuan Rebis ha pubblicato tre album solisti, il terzo dei quali, “Sacred Woods”, è uscito lo scorso 26 maggio per Black Widow Records. Ad affiancarlo, musicisti come Vincenzo Zitello, arpista di altissimo livello già presente nel progetto “The Magic Door”, Paolo Tofani, Mia Guldhammer (Virelai), Glen Velez, percussionista e tra i massimi esperti di tamburi a cornice, Federico Sanesi, Emanuele Milletti, Nicola Caleo e la stessa Giada Colagrande.

La figura dell’albero sacro è un elemento chiave del concept album – ci ha detto Alessandro – per questo motivo ho pensato di coinvolgere una quercia secolare e di produrre questi quattro videoclip nei suoi quattro punti cardinali, girandole intorno come si fa con un totem. La quercia è stata molto gentile e in tre ore avevamo già tutto il materiale occorrente

Arthuan Rebis, Driade, il videoclip ufficiale

Il videomaking è opera di Fabio Raffaelli e Nicola Caleo: “Nicola Caleo è un mio caro amico e compagno di musica in ogni mio progetto – specificato Alessandro – mentre Fabio Raffaelli è suo cugino ed ha una grande passione per gli obiettivi fotografici vintage, ed è soprattutto lui che devo ringraziare. Eravamo solo noi tre, è stata una giornata particolare. Avevano da poco allentato le restrizioni, era il 2 maggio

Arthuan Rebis, Come Foglie Sospese, il video ufficiale

Sotto questo albero ci si sente abbracciati – ha aggiunto Alessandro, raccontandoci le fasi di lavorazione dei video – è come un cosmo visibile nella sua interezza. Ha radici profonde quanto i rami ed appare solida in alto come in basso. Alla fine è lei la vera protagonista, immobile e silenziosa è connessa e viva da molti secoli, e si prende cura di infiniti esseri

Ad occuparsi del montaggio e della color correction è stato lo stesso Arthuan Rebis, assistito in entrambe le fasi da Giada Colagrande: “Adesso i colori di ciascun video corrispondono simbolicamente alle 4 stagioni, ci ha detto. “Driade” è quello più Dark Fantasy, in termini di stile, mentre l’ispirazione di “Come foglie Sospese”, brano indubbiamente più romantico e nostalgico rispetto alle altre canzoni del disco, è una visione del tutto personale. In una foresta di mezzo, in un momento sospeso tra passato, presente e futuro, un uomo osserva attraverso il velo che separa due mondi e scorge una Devi (Deva femmina) abitante del “Regno del Desiderio”. La creatura celeste sta abbandonando il corpo dopo una lunga era di splendore, amore e piaceri. Egli la riconosce e ricorda. Anche lui era un Deva e il suo vecchio corpo giace di fianco a quello dell’amata. Da quella parte egli è morto solo pochi istanti prima, ma di fatto è già rinato molte volte come essere umano. Nel regno degli uomini sono passati molti anni mentre dall’altra parte solo alcuni istanti

In “Come foglie sospese”, oltre all’arpa celtica di Arthuan, si può ascoltare l’arpa bardica di Vincenzo Zitello, a cui sono affidate le parti più solistiche.


Tommy James and the Shondells: Celebration, la raccolta definitiva di tutte le incisioni su Roulette: unboxing e recensione

L’apice della carriera per Tommy James and the Shondells arriva nel 1969 quando viene pubblicato il loro sesto album da studio, intitolato Crimson and Clover, un mix tra psichedelia piuttosto sostenuta, insieme a quell’attitudine pop e R&B che aveva caratterizzato la propensione per i cori nella prima parte della carriera dei nostri. Che Tommy James, leader, chitarrista e voce della band, abbia contribuito massivamente alla creazione del sound è confermato dalla parabola che lo vedrà, verso i primi anni settanta, proseguire in forma solista con ben tre album, tutti pubblicati per la Roulette Records.

La band nasce alla fine degli anni cinquanta nel Michigan e pubblica il primo singolo di successo, intitolato “Hanky Panky“, nel 1964, inizialmente uscito per una label locale, nota come Snap Records. Quel singolo, limitato ad una rotazione radiofonica ristretta, fu ascoltato da un promoter che lo spinse moltissimo attraverso i vari circuiti. L’accordo con la Roulette Records arriverà poco dopo, con la line-up rinforzata grazie a Ron Rosman e Mike Vale.

Cherry Red Records, pubblica per la prima volta, tutta la discografia su Roulette in un box costituito da 6 CD e pubblicato per la collana Grapefruit.

Si tratta di ben 141 tracce, di cui 16 rarissime, costituite da brani comparsi solo nei 45 giri, alcune b-sides e altri reperibili solo in vecchie ristampe o raccolte cd, fuori catalogo dagli anni novanta.
La documentazione è accuratissima perché ci sono tutti gli album sulla lunga distanza pubblicati su Roulette, inclusi i tre solisti di Tommy James, assolutamente un must have che passa in rassegna la parabola sonora della band, partita con il bubblegum pop, proseguita con echi più garage, fino alla fase finale più marcatamente psichedelica, a cui farà da contraltare il terzo album solista di James, pubblicato nel 1971 e registrato nello spirito del country di Nashville.

La raccolta Cherry Red arriva fino a questo punto ed è una documentazione assolutamente completa, corredata dal consueto booklet illustrato con un saggio approfondito, che aggrega molte più informazioni rispetto alle classiche note di copertina, come da tradizione per l’ottima label britannica.

Di seguito il nostro video unboxing. Un ringraziamento speciale a Rachele Pollastrini, per le riprese, gli oggetti vintage e tutto il video setting, ideato interamente da lei per questo numero di indie-eye unboxing.

Cherry Red Records, il sito ufficiale

Tommy James and The Shondells: Celebration – The Complete Roulette Recordings 1966-1973 – unboxing video

Alice Canta Battiato a Firenze, la prevendita è attiva

Il sodalizio artistico con Battiato ha caratterizzato una parte importante del percorso musicale e professionale di Alice. Nel nuovo tour “Alice canta Battiato”, Alice sarà accompagnata al pianoforte dal maestro Carlo Guaitoli, per tanti anni collaboratore di Battiato in qualità di pianista e direttore d’orchestra.

Alice riesce ad omaggiare l’artista siciliano con autenticità ed eleganza, sia perché sua amica e collaboratrice dagli esordi, ma soprattutto per quell’affinità artistica che da sempre li ha legati e che la rendono un’interprete unica della musica di Franco Battiato.

Sono disponibili i biglietti per l’attesa tappa fiorentina dello spettacolo “Alice canta Battiato”, domenica 25 luglio all’Anfiteatro delle Cascine nell’ambito della rassegna Ultravox.

Si possono acquistare i biglietti – primo settore 35 euro, secondo settore 30 euro, posti numerati – online su www.ticketone.it e nei punti prevendita di Box Office Toscana. Info www.lndf.it – info@lenozzedifigaro.it.

All’Estate Fiesolana la Lectura Dantis, da Carmelo Bene ad Arto Lindsay

C’ero anch’io tra il pubblico sotto le torri di Bologna ad ascoltare la Lectura Dantis di Carmelo Bene, in quella notte di luglio del 1981, in memoria delle vittime della strage di Bologna”.

Così Arto Lindsay ricorda uno spettacolo che ha segnato profondamente la propria vita artistica, e non solo. E che, a 40 anni di distanza, presenta oggi martedì 29 giugno (ore 21,15) al Teatro Romano di Fiesole, nell’ambito dell’Estate Fiesolana 2021.

Una “Lectura Dantis di Carmelo Bene alla maniera di Arto Lindsay”, sperimentatore e virtuoso del proprio strumento, a proprio agio con la no wave newyorkese come con i mostri sacri della musica brasiliana, per non dire delle performance, delle installazioni sonore e di molte altre esperienze tra musica e arte, ricerca e tradizione.

In una scena svuotata, fatta di sola luce e al centro di un allestimento audio a spirale come un vertiginoso girone dantesco, Arto Lindsay riunisce una piccola compagnia di musicisti/rumoristi, i droni sonori di Melvin Gibbs, il canto carnatico di Roopa Mahadevan, la voce radicata e radicale di Rachele Andrioli, il violoncello maestosamente umano di Redi Hasa, e parte alla ricerca di una sua misura musicale dentro l’incommensurabile voce delle torri di Bologna. Una voce esaltata, filtrata, rielaborata, fatta parlare e dialogare con i canti stravolti delle anime, nel frastuono della vita dei viventi e delle loro cose. Attraverso l’assenza, più acuta presenza di Carmelo Bene, Arto Lindsay ricrea il paesaggio sonoro della Commedia, dove tutto diventa suono, timbro, ritmo, musica.

Il rumore della folla era alto quasi quanto la voce di Bene – ricorda ancora Arto Lindsay a proposito di quel fulminante incontro – che leggeva il miglior libro scritto dagli uomini, come Jorge Luís Borges aveva chiamato La Commedia.
Carmelo Bene aveva scelto Dante per interrogare e riaffermare le ragioni dell’umano di fronte all’orrore indicibile della bomba alla stazione. Il lutto, lo smarrimento e il conforto divennero una cosa sola.
All’epoca non avevo familiarità con l’italiano del tredicesimo secolo e nemmeno troppo con quello del ventesimo. Fu il suono ad impossessarsi di me, ad attraversarmi “da interiorità a interiorità”. Sentivo, respiravo, afferravo qualche parola. Era musica.
Nell’anno in cui portiamo tutti il peso di un’altra peste, abbiamo ancora bisogno di ascoltare la voce di Dante. Voglio suonare ancora quella Lectura Dantis, spremerla, esaltarla, farle dire tutto, ascoltarla e parlare con lei. Voglio aggiungere il nostro momento al suo momento, il nostro suono al suo suono, la nostra musica alla sua musica
”.

I biglietti (31 euro e 23 euro) sono disponibili nei punti vendita dei circuiti Boxoffice Toscana www.boxofficetoscana.it/punti-vendita, online su www.estatefiesolana.it. Prevendite anche presso la biglietteria del Teatro Romano di Fiesole (via Portigiani, 1 – da lunedì a sabato orario 9/18.30 e la sera di spettacolo dalle 19,45). Info tel. 055.5961293

Tutti gli eventi dell’Estate Fiesolana in programma al Teatro Romano si svolgono rispetto delle disposizioni in vigore per garantire la sicurezza. La capienza del teatro è stata ridotta per osservare la distanza tra le persone; il personale di sala assiste il pubblico.

I bambini sotto 5 anni accompagnati da un adulto accedono gratuitamente allo spettacolo in numero di un/a bambino/a per ogni adulto, ma non hanno diritto a occupare un posto a sedere.

I portatori di handicap possono acquistare un biglietto specifico al prezzo più basso previsto per l’evento ed entrare con un accompagnatore (a cui viene concesso un ingresso gratuito).

Apparat e Gigi Masin a Firenze, nel nuovo spazio Ultravox

Lattexplus Festival torna in presenza, dopo l’esperienza live streaming di Indian Wells alla Cappella dell’Apparizione del convento di Monte Senario.
L’appuntamento aperto al pubblico è previsto per venerdì 3 settembre all’Ultravox Firenze, il nuovo spazio dell’Estate Fiorentina, già conosciuto come Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale. In programma due imperdibili concerti: quello di Apparat e quello di Gigi Masin

Il primo è tra i maggiori esponenti mondiali della musica elettronica e già autore di prestigiose colonne sonore. Apparat ha sempre cercato di trascendere il dancefloor e la sala da concerto allo stesso modo, concentrandosi sui dettagli per esaltare il risultato finale.
Recentemente si è concentrato sul cinema, su progetti tv e produzioni teatrali, ottenendo riconoscimenti e awards per lavori come Capri – Revolution (diretto da Mario Martone, 2018), che ha vinto la migliore colonna sonora al Festival del cinema di Venezia, e per Manufactory, performance frutto della collaborazione con gli artisti visivi collaboratori di lunga data Transforma, recentemente eseguita al Barbican di Londra con grande successo. I brani di Apparat sono stati utilizzati anche in serie televisive di fama tra cui “Breaking Bad” e “Dark”.

Heroist, l’ultimo video di Apparat, uscito nel 2019 per promuovere Lp5 su Mute Records e diretto dalla regista Matilda Finn

Gigi Masin è invece nella scena musicale dai primi anni ’70. Dopo un lunga esperienza nel modo del teatro e della radiofonia, pubblica il suo primo disco, “Wind”, nel 1986. Seguono negli anni altri lavori, sia come solista sia in collaborazione con altri artisti, oltreché ad una serie di video e cortometraggi.
Molti artisti e DJ hanno riproposto la sua musica (tra gli altri Björk, To Rococo Rot, Nujabes, Main Attrakionz, Dusty Residents, Friendzone, Moomin, Reverlse, Cahb, Perfect Keys) che è presente anche in numerose compilation (Cafè Mambo, Klassik Radio, Music For Dreams, Late Night Broadcast).
Nel 2013 l’etichetta olandese Music From Memory pubblica “Talk To The Sea”, una raccolta che corre lungo trent’anni di musica e che si è rivelata uno dei dischi più venduti e premiati della scorsa stagione. Nel 2014 ha pubblicato “Hoshi” (con il duo mantovano Tempelhof) e “Clouds” (un trio con Jonny Nash e Marco Sterk chiamato Gaussian Curve) entrambi destinati a replicare il successo di “Talk To The Sea”.

Per le prevendite, segui il link

Lattexplus Festival è manifestazione open air dedicata alla musica elettronica e alle arti contemporanee. Il Festival si connota per una programmazione multidisciplinare e di caratura internazionale che vede alternarsi performance musicali e audiovisive, incontri sulla musica e la tecnologia, video-installazioni, live act con particolare attenzione all’eco-sostenibilità.

Il Festival, ideato e prodotto dall’associazione culturale Feeling, gode del supporto del Comune di Firenze ed è inserito nel cartellone dell’Estate Fiorentina. È sostenuto da Fondazione CR Firenze con il contributo di Intesa Sanpaolo.

Paolo Fantoni – Resta con Me, il videoclip in anteprima esclusiva su indie-eye

Uscito il 21 maggio scorso, il nuovo singolo dell’attore e cantautore romano Paolo Fantoni prodotto da Livio Magnini (Bluvertigo), si intitola “Resta con me“. Distribuito da Warner è il terzo singolo dell’artista dopo “Giorno Nuovo” e “Il tuo Nome” e racconta della travagliata storia d’amore tra due amanti ormai incompatibili.

Sono sempre stato influenzato dalla musica rap – ha detto Fantoni – dall’hip hop ma soprattutto dal cantautorato. Ho provato a fondere questi generi dandogli una forma personale. Non mi reputo un rapper ma a volte è il genere che più ti aiuta a raccontare una storia. E nel caso di ‘Resta con me’ è quello che mi serviva

A veicolare il singolo, un videoclip che indie-eye presenta in anteprima esclusiva, diretto da Francesco Andreatta, agli esordi dietro la macchina da presa con una clip molto intensa.

Della canzone – ci ha detto Francesco – mi piaceva la dissonanza tra il testo e la musica, la storia di una delusione amorosa fusa con un ritmo accattivante, quasi festoso. Così, insieme a Claudio Cascavilla, il direttore della fotografia, abbiamo cominciato a ragionare su come rendere questo contrasto con le immagini, avendo a disposizione una sola notte di riprese. Alla fine abbiamo optato per una rincorsa, un gioco tra due amanti che entrano in una casa disabitata come dei ladri, ma già dalla seconda scena capiamo che le loro intenzioni sono guidate unicamente dal desiderio di divertirsi e avvicinarsi. Volevo che gli attori, Paolo Fantoni e Sofia Balossino, si divertissero, per questo ho organizzato una serie di postazioni in cui farli giocare. Claudio ha accentuato questa idea con degli schemi-luce e dei colori sempre più pop e meno diegeticamente giustificati. In montaggio, Ginevra Iuorio ha usato la musica come una guida sicura per tagli volutamente discontinui così da rendere l’eccitazione e la gioia dei due protagonisti nonostante le immagini fossero in slow-motion. Infine, mi scuso con Paolo e Sofia per le piume che hanno dovuto ingoiare nell’ultima scena, ma spero ne sia valsa la pena

Paolo Fantoni – Resta Con Me – Il video di Francesco Andreatta in anteprima esclusiva su indie-eye Videoclip

Wu-Lu – Being Me – il video dei geniali Ethan + Tom

Senza girarci troppo intorno, i londinesi Ethan Barrett e Tom Gullam, sono davvero tra i registi di videomusica più innovativi in circolazione.
Fortemente influenzati dalla cultura visual, ne fanno già una questione di innesti con lo spazio aumentabile delle nuove città, incorporando nell’esperienza quotidiana l’estensione di una realtà percepita come altra. Eppure, la forza del loro videomaking, anche quando è potentemente legato alla manipolazione digitale, mantiene una forza tattile, fisica e in certi casi ottica, molto forte.
L’ultimo dei loro video, realizzato per Wu-lu dopo una serie di clip straordinarie, è uno dei più estremi in questo senso. La notte e il racconto di formazione legato a due giovani che esplorano la suburbia in bicicletta, diventa occasione per costruire un viaggio poetico ed esperienziale tra le pieghe dell’inconscio. L’anima della città stessa viene descritta con una sinestesia di ritmo e luci, certamente in linea con l’elettronica visionaria di Wu-lu, ma capace di raccontare l’isolamento come dimensione interiore, servendosi di quella materia incandescente che sta nel mezzo tra realtà e trasfigurazione. Lo spazio casalingo non è mai stato così vasto e contratto allo stesso tempo.
Splendido

Marco Parente, Bar 90 – il video di di Augustin Cornejo

Augustin Cornejo e la sua giovane Artevideomaking, si lega ancora una volta alla scuderia Black Candy. Avevamo già parlato della recente avventura nel videomaking per il cinquanta per cento dei Sinedades, in occasione del video “Dei Due“, realizzato per Cristallo.
Cornejo collabora a questo giro con Marco Parente per il video di “Bar 90“, nuovo estratto dal recente LIFE, l’album più recente del musicista apolide toscano, già pronto a calcare i palchi estivi per presentare al suo pubblico le dieci tracce che lo costituiscono.
L’idea della clip è dello stesso Parente e conferma l’amore mai nascosto per Andrej Tarkovskij, con una parziale rimessa in scena di una sequenza di Nostalghia, quella dove Gorčakov, accetta da Domenico, il “folle”, il compito di portare a termine un vero e proprio rituale di rinascita: attraversare con una candela accesa la piscina delle acque termali di Bagno Vignoni per poi deporla sul lato opposto.
La candela, oggetto mediatore per eccellenza e simbolo di una volontà spirituale da ricostruire, sembra anche per Parente una staffetta di purificazione, rintracciabile nel doppio spazio laico del Bar, crocevia di anime in transito, e del campo da calcio, la cui linea, nel video girato da Cornejo, è un punto di equilibrio incerto, come quel gioco che da bambini ci consentiva di sperimentare un sentimento precario, mentre si cercava di non calpestare le linee che segnavano l’innesto di una pavimentazione.
Girato probabilmente con le luci del primissimo mattino presso il campo da gioco del Centro Storico Lebowski di Tavarnuzze, è un piano-sequenza libero, che viene mosso dall’interno con il movimento danzante dello stesso Parente, da un lato all’altro del percorso.


Bungaro – Zen, il video di Fabio Serino

Difficile non farsi contagiare da questo mix tra oriente e vento mediterraneo. “Zen” di Bungaro è un brano semplice e allo stesso tempo stratificato che fa parte del nuovo disco, intitolato “Entronauta”. Il video è diretto da Fabio Serino, che lo monta insieme a Davide Fusco, dopo averlo girato in un contesto famigliare, che ben si adatta alle liriche e soprattutto a quella leggerezza ricercata, per chi se l’è potuta permettere, durante l’infausto lockdown. Bungaro si muove tra gli oggetti e gli elementi di una natura ricostruita per l’esperienza intima, spostando cose e note con lo stesso sentimento, esperito come un gioco. Tra l’arredamento della sua vita “stile zen”, spunta una magnifica bionda inquadrata di spalle. L’abbiamo messa in copertina, come simbolo di questo piccolo giardino privato, ma ricco di meraviglia.