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La Febbre delle audiocassette: il Player di We Are Rewind

Le audiocassette sono la nostra storia

Piccole, maneggevoli e fragili, le audiocassette rappresentano più di altri supporti fonografici la storia della condivisione musicale. È il primo formato ad aver consentito una diffusa alfabetizzazione insieme ai dispositivi che ne consentivano la registrazione e la riproduzione.
Nell’impianto stereo di famiglia, oltre al giradischi non poteva mancare una piastra di registrazione per affrontare l’arte del mixtape.
Sviluppata grazie alla Philips nel 1962, negli anni successivi la cassetta audio rappresentò una vera e propria rivoluzione, consentendo di far circolare la musica, regalare selezioni create con sangue e sudore per conquistare una persona, portarsi dietro una scelta della propria collezione in vinile, fino ad allora il supporto privilegiato per l’ascolto musicale.

Dal Walkman in poi, i riproduttori di audiocassette

Ma non è possibile parlare di audiocassette se non si tiene conto dei dispositivi preposti alla riproduzione. Furono Akio Morita, Masaru Ibuka e Kozo Ōsone, tre ingegneri della Sony, ad inventare il Walkman, un dispositivo di riproduzione portatile che cambio l’attitudine all’ascolto dei giovani consumatori a partire dal 1978.
Se il mangiadischi, per dimensioni e portabilità, rappresentava in qualche modo l’antenato del Walkman, dopo le autoradio corredate di “mangiacassette”, il gingillo del marchio giapponese consentì di portarsi la musica del cuore in ogni luogo e di inventarsi uno spazio altro e intimo dentro la velocità della frenesia urbana.
L’apice delle audiocassette viene quindi raggiunto durante gli anni ottanta, per cominciare il suo lento declino nel decennio successivo, lasciando il posto ai CD e all’inarrestabile sviluppo della musica digitale.

Mercato o retromania? Il vinile e le audiocassette

Negli ultimi dieci anni il vinile è tornato al centro delle vendite per quanto riguarda la musica fisica. In verità non era mai scomparso nella vita di collezionisti e cultori, lo dimostrano le fiere dedicate alla vendita di dischi, occasioni di incontro sempre vitali e altamente frequentate. Ma è durante gli anni dieci del nuovo secolo che anche le nuove generazioni cominciano ad avvicinarsi a questo fantastico supporto fino a trasformarlo in una consuetudine di acquisto, indirizzando in qualche modo i nuovi tentativi del mercato di riappropriarsi di un formato dismesso dopo l’ultimo boom degli anni novanta.

L’audiocassetta sembra aver seguito la stessa onda nostalgica del vinile, con un ritorno estetico e produttivo agli anni ottanta di minor intensità rispetto al fratello maggiore, ma da tenere in considerazione.
Piaccia o meno, lo dimostrano alcuni artisti e alcune etichette discografiche, che scelgono il nastro tra i supporti di pubblicazione per le nuove uscite.
Nella circuitazione collezionistica alcune audiocassette sono improvvisamente schizzate in alto per quanto riguarda il valore e sono stati immessi nel mercato una serie di riproduttori portatili che recuperano, imitano e in alcuni casi arricchiscono l’esperienza inaugurata dalla Sony alla fine degli anni settanta.

Il Nikkei, ovvero l’indice di borsa giapponese, ha evidenziato una consistente crescita delle vendite di audiocassette nel 2023, una rinascita che da un punto di vista diverso viene testimoniata anche da una bella sequenza dell’ultimo film di Wim Wenders. Una popolarità che in Giappone ha spinto all’apertura di nuovi reparti di vendita specializzati dove si vendono nuovi prodotti e cassette usate. Secondo alcune statistiche e le testimonianze raccolte da un’indagine fatta a Tokyo, attraverso i negozi della Tower Records, i maggiori acquirenti sono i giovani tra i 20 e i 30 anni. Sempre a Tokyo esiste un negozio chiamato Waltz che vende esclusivamente audiocassette.

Negli Stati Uniti, già nel 2022, le vendite di audiocassette avevano registrato un’impennata positiva del 28 per cento rispetto all’anno precedente, con 440.000 unità vendute.

We Are Rewind Cassette Player: audiocassette con stile

Tra i riproduttori che seguono una specifica filologia estetica per quanto riguarda design, materiali e funzioni c’è quello prodotto dalla francese We Are Rewind, nome azzeccatissimo che recupera e cita la retro-magia di Michel Gondry.
Commercializzato con i nomi di alcuni artisti del pop e del rock internazionale, tra cui Kurt, Serge, Keith e Amy, il Cassette Player di We Are Rewind è un oggetto in alluminio dal design molto bello, costituito da materiali solidissimi e corredato da alcuni accessori utili per l’utilizzo e la portabilità.
Le cuffie, vendute separatamente, sono un gioiellino vintage che recupera lo stile di quelle anni ottanta, molto simili a quelle che possiamo vedere in un’iconica sequenza del “Tempo delle Mele“. Corredate delle mitiche spugne arancioni per proteggere gli auricolari, sono in realtà un mix tra gusto retrò e tecnologia.


Sfruttano infatti la connettività Bluetooth per dialogare con il riproduttore di cassette e ovviamente possono essere utilizzate anche con altri dispositivi.
Una Belt clip da agganciare alla cintura dei pantaloni è il terzo prodotto essenziale del brand francese per completare l’esperienza con il loro Cassette Player.

L’abbiamo trovato irresistibile e provato per voi con un lungo video test che oltre alle funzioni principali di riproduzione, mostra quelle di registrazione presenti on board e alcuni consigli per acquisire e digitalizzare la vostra collezione di audiocassette.

We Are Rewind Cassette Player, il video unboxing e il test

We Are Rewind Cassette Player, la nostra valutazione

Il riproduttore portatile di audiocassette della francese We Are Rewind passa a pieni voti il test per la solidità dei materiali e per la meccanica.
Non è scontato il fatto che player portatili di nuova generazione siano in grado di trainare senza problemi anche nastri di durata superiore rispetto a quelli originali immessi sul mercato.
Il player si comporta molto bene anche con nastri da 100 minuti e li riproduce senza intoppi fino in fondo.
Molto veloce il riavvolgimento e l’avanzamento, unica pecca non è presente la funzione autoreverse.
Il dispositivo però permette di registrare su supporto vergine, una funzione spesso assente su dispositivi di questo tipo. Nel nostro video vi facciamo vedere tutti i passaggi, inclusa la successiva acquisizione di musica registrata con il riproduttore.
Il player consente infatti la registrazione di musica e audio attraverso un ingresso Jack stereo 3,5 che consente di connettere dispositivi di varia natura, da un giradischi ad un registratore digitale.
Noi il test, come potete vedere nel video, lo abbiamo fatto con un campionatore portatile, recentemente esaminato qui su indie-eye.
Purtroppo non c’è alcuna possibilità di monitorare la registrazione in ingresso, ma nel nostro test non abbiamo mai rilevato fenomeni di clipping oppure strane distorsioni.

Ottima la connettività Bluetooth 5.1 delle cuffie, che consentono anche tre equalizzazioni diverse del suono, con la pressione ripetuta del pulsante che corrisponde al padiglione destro.
La migliore delle tre equalizzazioni è quella “boost” che esalta i bassi, perché restituisce un suono più corposo e tridimensionale.
Buona l’uscita cuffie con cavo Jack 3,5, che è anche l’unica uscita che consente di digitalizzare, per esempio su un computer, il contenuto della vostra collezione di audiocassette.

La risposta in frequenza con cassette Type I è 30hz – 12500hz. Il dispositivo registra bene anche sulle Type II al cromo.

Il Wow and Flutter, ovvero il grado di precisione e regolarità nella rotazione dei dispositivi meccanici e in questo caso, nel trascinamento del supporto magnetico è indicato dal produttore di ±0.2%, ovvero il parametro di buona qualità (second class) per i riproduttori hi-fi e portatili, secondo la tabella degli standard internazionali.

Il modello che abbiamo esaminato è Amy Giallo/Nero e viene venduto da We Are Rewind per 159 EURO.

Le Cuffie si trovano sempre nello store ufficiale per 49 EURO, e la Belt Clip di supporto viene venduta a 29 EURO

Nello store del sito ufficiale sono presenti altri prodotti, tra cui una linea di cassette vergini Type I C60 e un rack per collezionare i vostri nastri, sul modello di quelli in plastica arancione diffusi e popolarissimi negli anni 80.

We Are Rewind è anche cultura, dedica infatti uno spazio ampio alla storia e alla conoscenza delle audiocassette con un Blog che potete leggere da questa parte. A chi acquista un loro prodotto, offre anche il 50% per tre mensilità consecutive di Next Wave, il magazine britannico dedicato esclusivamente alla cultura delle audiocassette, che viene pubblicato rigorosamente su carta e che regala audiocassette allegate. La pagina in collaborazione con We Are Rewind si trova da questa parte.

Sinedades – Cuando te vi, il videoclip in anteprima

Erika Boschi e Augustin Cornejo, rispettivamente voce e chitarra, fondano il progetto Sinedades nel 2016 dopo anni di studio precocissimo della musica e grazie alla passione comune per i suoni e i colori del sudamerica, in un’accezione molto ampia e non convenzionale.
Jazz, pop, ritmi latini, imprestiti africani, convergono in un metissage vitale e mai scontato, dove l’immediatezza del groove e della melodia viene sostenuta da una stratificazione sonora ricca e raffinata.
Dal 2016, anno in cui hanno partecipato al Rock Contest fiorentino, fino ad oggi, di strada ne hanno fatta ed è dal 2019 che sono nella scuderia di Blackcandy Produzioni, insieme ad artisti di rilievo come Carmelo Pipitone, Paolo Benvegnù, Serena Altavilla, Marco Parente e molti altri.
Dopo un primo album pubblicato quell’anno e arricchito dalla partecipazione di un ensemble di grandi dimensioni che ha caratterizzato un salto di qualità notevole, uscirà un nuovo lavoro il prossimo ottobre, già anticipato dal singolo “Ahora y Acá“, accompagnato da un video di pura qualità famigliare. Famigliare perché si respira aria di condivisione e una freschezza che è vicina a certa cinematografia francese, dove vita e arte si confondono in uno scambio di energie non solo formale.

Il videoclip di Ahora y Acá è un piccolo miracolo della luce, ed è immerso in quella dimensione mnestica che promana solo da certe foto estive.
Il secondo singolo dell’album si intitola “Cuando te vi” ed è appena uscito per la circuitazione radiofonica.
Lo accompagna un nuovo videoclip, secondo di una serie che caratterizzerà l’anima visuale del disco e che presentiamo in anteprima qui su indie-eye.
Diretto e montato da Erika e Agustín segue lo spirito del brano, fondato sulla centralità del corpo.
Questo esce dai canoni imposti dal mercato della bellezza e diventa naturalmente politico nella ricerca di un’essenza che parta principalmente dal concetto di armonia: “Quando avevamo appena vent’anni – raccontano i Sinedades – ci disturbava il fatto che nessuna ragazza che conoscevamo si sentisse veramente serena con il proprio corpo. Questa insicurezza non era solo personale, ma il risultato diretto di un sistema culturale che impone alle donne di performare costantemente. Su questa pressione si costruiscono enormi macchine di business che prosperano sfruttando le insicurezze più profonde di molte donne

La clip combina immagini del duo immerse nella luce, alle performance di espressione corporea più disparate. Oltre ad un’idea sostenibile e soggettiva di benessere, emerge un’ipotesi di danza che diventa rituale quotidiano, nella ricerca di un’identità psicofisica in cui potersi riconoscere.
Si tratta di un video molto vicino per certi versi al precedente, restituisce infatti un’immagine potente e solare della musica, intesa come esperienza di vita in continua trasformazione. “Cuando te vi“, che significa letteralmente “quando ti ho incontrata” è un invito a guardare e incontrare il proprio corpo come fosse un sistema in continuo movimento, vera e propria unità essenziale e radicata, oltre la superficie delle immagini.

Sinedades – Cuando te vi – il video in anteprima

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Sebastiano Lillo – Summer Stove: Gloam Session #8

Vicino alle grotte di origine carsica di Castellana (BA), il video di Antonio Stea che cattura una splendida performance di Sebastiano Lillo sembra sollecitare dalla superficie il cuore della terra.
Il blues e la musica delle radici di ispirazione statunitense sono il lessico del musicista pugliese, fondatore della storica Trulletto Records e in questo caso si fondono con un habitat diverso, ma dalla qualità quasi western. L’ambiente allora rivela, se ce ne fosse bisogno, le caratteristiche universali di un suono, di un linguaggio capace di parlare da anima ad anima.
Slide e fingerstyle, strumenti di un linguaggio specifico per Lillo, aprono altri mondi sonori e riescono ad uscire dalla forma standard per rincorrere elementi Jazz, psych e folk, verso quella che lo stesso musicista pugliese chiama “musica di confine”.
Summer Stove“, il brano che esegue live per il format crepuscolare e rigoroso di Stand Alone Complex proposto in esclusiva su indie-eye dalla prima all’ottava puntata, è tratto da “Loving Duende“, album che ha potuto contare sulla spinta promozionale della Vision & Vitality Entertainment, rinomata etichetta americana. Gioco e teoria del Duende, saggio di Federico Garcia Lorca pubblicato in Italia da Adelphi, è ispirazione vera per Lillo. Quel fluido inafferrabile che possiede ballerini, musicisti, pittori, arriva al pubblico attraverso una forza quasi demoniaca, secondo la riflessione del grande scrittore e poeta spagnolo. Una forza che appartiene anche agli sciamani, brucia il sangue e rompe tutti gli schemi stilistici. Qualità che è anche del blues e che Sebastiano Lillo pratica, svelando il lato rituale di un genere.

Un ritmo ciclico e ipnotico – ha raccontato Lillo per spiegare il brano – un suono scarno dal colore latino, una chitarra in metallo e un mantra ripetuto e sussurato, l’amore perso e poi ritrovato. Una “stufa estiva” che irradia, esplode e si sciogle come il sole e i suoi momenti crepuscolari


Antonio Stea – http://antoniostea.com
Gianvito Novielli – https://bit.ly/gianvitonovielli
SAC Recordings – https://linktr.ee/standalonecomplex
Sebastiano Lillo – https://www.facebook.com/sebastianolillomusic

(Foto di Antonio Stea)

Karaoke Kalk – Labels #01, il format per le etichette discografiche

La musica di Karaoke Kalk, gloriosa etichetta discografica tedesca, inaugura LABels, il format prodotto da indie-eye e dedicato alle etichette discografiche.
La modalità è multi-piattaforma, questo consente di promuovere la musica e il roster della label con un video unboxing, un podcast e un articolo che aggrega e contestualizza i contenuti. L’attenzione è alla musica di qualità e a chi pubblica prevalentemente in vinile.

Karaoke Kalk è una realtà discografica attiva sin dal lontano 1997. Fondata a Colonia, ha successivamente spostato il quartier generale a Berlino. Nei 27 anni di attività ha pubblicato moltissima musica senza alcuna limitazione di genere. Elettronica, pop, impro ed experimental, Jazz, Kraut rock e psichedelia, post-rock, fino a spingersi verso i territori della musica elettroacustica e microtonale.

Per LABels abbiamo esaminato sei tra le release più recenti dell’etichetta berlinese, pubblicate tra il 2022 e il 2024, cercando in qualche modo di coprire e quindi raccontare l’approccio apolide, proteiforme e creativo di Karaoke Kalk.

Gli artisti e i dischi ospiti del primo episodio di LABels dedicato a KARAOKE KALK sono:

Qui è possibile cominciare il viaggio, osservando la cura con cui l’etichetta realizza le copie in vinile delle proprie release. Il video illustra cinque delle sei release perché “FOR” di YELKA, di cui parliamo approfonditamente nel podcast, non era ancora stato pubblicato nell’edizione in vinile definitiva

Karaoke Kalk, il video vinyls unboxing

Nel podcast audio dedicato a Karaoke Kalk, secondo rich content media di LABels, raccontiamo più approfonditamente la musica delle release e degli artisti coinvolti: con brani tratti da “This river brings only poison” (Dakota Suite); “Oval sunpatch” (Golden Diskó Ship); “Tableau” (Rolf Hansen); “Salt” (Marla Hansen); “Sensory Illusions II” (The Sensory Illusions); “FOR” (YELKA)

Ascolta il podcast dedicato a Karaoke Kalk (LABels #01)

Dakota Suite – This river only brings poison (vinile Karaoke Kalk – settembre 2023)

A venti anni di distanza dalla sua pubblicazione, l’album di Dakota Suite viene ripubblicato dall’etichetta tedesca per la prima volta in vinile. Due LP in edizione limitata a 140 grammi, con una inner sleeve e tutte le foto dell’artwork realizzate da Johanna Hooson, moglie di Chris Hooson aka Dakota Suite.
Disco co-prodotto e mixato da Bruce Kaphan degli American Music Club, rimane ancorato alle forme del folk rurale che hanno caratterizzato la prima fase nella carriera del musicista di Leeds. Eppure, oltre ai riferimenti slowcore, c’è già una propensione astratta e dilatata che porterà la musica di Dakota Suite ad evolversi verso territori tra Jazz, ambient e drone music. Al centro, oltre alle forme di una relazione amorosa fortissima ma mai scontata nella sua relazione quotidiana con il dolore, quella con il paesaggio, ben descritto dalle foto di Johanna secondo parametri che sono siderali e mai nostalgici. Un must have.

This river only brings poison, teaser trailer dell’edizione Karaoke Kalk

Golden Diskó Ship – Oval sunpatch (vinile Karaoke Kalk – Dicembre 2023)

Cinque album all’attivo e due su Karaoke Kalk per Theresa Stroetges, artista proteiforme che si firma Golden Diskó Ship e che cerca nella sperimentazione elettronica, la convergenza tra arti di provenienza eterogenea. Pittrice, ma anche performer, viene dal contesto delle installazioni audiovisuali e delle residenze artistiche. “Oval sunpatch” nasce proprio in un periodo molto intenso per l’artista tedesca, ma allo stesso tempo esce dal solco della sperimentazione tout court per affrontare anche i suoni dell’elettronica di consumo. Si tratta del lavoro più accessibile tra quelli realizzati in questi anni, ma anche di quello più vario e stimolante. Passano in rassegna gli stereotipi della club music, della techno rave e di tutta l’elettronica da dancefloor, inclusi riferimenti alla disco settanta, ma vengono decostruiti con un approccio visionario e a tratti prog-psichedelico. Un vero e proprio trip

Il videoclip di Dolphins with soft helmets

Marla Hansen – Salt (vinile Karaoke Kalk – Marzo 2024)

Marla Hansen prosegue la sua ricerca personale sul corpo del chamber pop e si muove verso territori che ne forzano i limiti, grazie anche alla collaborazione con Andi Haberl batterista dei Notwist. Ci sono ancora gli elementi della tradizione pop-folk introspettiva, ma vengono trasposti verso forme minimaliste vicine per certi versi alla sperimentazione sulla forma canzone elaborata da Philip Glass in “Songs for liquid Days”, vecchio album seminale non sempre ricordato a dovere. L’elettronica più che uno sfondo, diventa materia viva e mutante che aumenta la forza epica dei brani e allo stesso tempo ne valorizza l’approccio orchestrale. Da ricordare la collaborazione cameo con DM Stith, artista cresciuto in prossimità della scuderia di Sufjan Stevens e che indie-eye ha intervistato nel lontano 2009.

Marla Hansen, il video live di Dresden

Rolf Hansen – Tableau (vinile Karaoke Kalk – giugno 2022)

Rolf Hansen è uno straordinario chitarrista che ha fatto della relazione con lo strumento una questione di ricerca, niente affatto virtuosistica, ma assolutamente sensoriale. Se si ascoltasse “Tableau“, suo secondo lavoro per Karaoke Kalk, senza conoscerne i processi e i segreti, si rimarrebbe per forza di cose sorpresi dalla qualità timbrica del suono e dalla sua origine a tratti straniante. Si perché la chitarra diventa un’altra cosa con i tasti trattati e sostituiti sotto le corde. Si trasforma in uno strumento alieno quando viene percossa, suonata mediante oggetti, appena sfiorata. Un approccio totalmente creativo che conduce i risultati dell’album verso una musica ambient microtonale davvero potente ed evocativa, ogni volta diversa per la ricchezza di sfumature timbriche e l’approccio elettroacustico che assegna grande rilievo alle modalità di microfonazione e di registrazione dell’evento. Un disco davvero unico, originale e alieno.

The Sensory Illusions – Sensory Illusions II (vinile Karaoke Kalk – Marzo 2023)

Chissà se qualcuno si ricorda lo straordinario dialogo strumentale tra Mike e Kira Watt nel progetto “Dos”. Oppure una misconosciuta band di Austin chiamata Drums & Tuba. Entrambi i progetti, distanti nel tempo, affrontavano gli stilemi dello standard blues e popolare, per stravolgerne le relazioni armoniche, timbriche e narrative, grazie anche ad una scelta strumentale non convenzionale. Il duo Sensory Illusions va addirittura oltre quelle esperienze, e grazie al talento del polistrumentista Bill Wells e della virtuosa della tuba Danielle Price, decostruiscono blues, Jazz e standard popolari allontanandosi dalla dimensione armonica tradizionale, per scarnificare la materia in un gioco improvvisativo ludico e caldissimo. Nota doverosa per il bellissimo artwork sagomato del vinile, curato nientemeno che da Jad Fair degli Half Japanese e in linea con le illusioni percettive che la musica del duo riesce a generare.

YELKA – FOR (vinile Karaoke Kalk – Giugno 2024)

Daniel Meteo, Christian Obermaier e YELKA Wehmaier, trio straordinario con all’attivo diversi album e che arriva a pubblicare su Karaoke Kalk proprio con questo album. FOR è apparentemente “classificabile” nell’ambito del Kraut Rock. Le influenze ci sono tutte e vanno nella direzione dei primi CAN, ma c’è molto altro. L’approccio improvvisativo è centrale in FOR, registrato in cinque giorni con un paio di take per brano, è un vero e proprio viaggio nel deserto, dove al cosmo della musica tedesca di cinquant’anni fa si sostituisce una distesa terrena a perdita d’occhio, derealizzata e trasformata dal sogno e dalla visione. A nostro avviso c’è molto anche degli ultimi Talk Talk, quelli di Laughing Stock, per l’approccio dilatato e non convenzionale alle forme del Jazz, dall’ultimo Coltrane fino a Sun-Ra. Disco come esperienza. Consigliatissimo

Yelka, il video ufficiale di Smile

Uno dei marchi ricorrenti sulle edizioni in vinile di karaoke Kalk è quello di INITIATIVE MUSIK, un importante progetto di finanziamento promosso dal governo federale tedesco e volto a supportare la musica pop e quella jazz. Sostegno, crescita economica, sviluppo artistico, questo lo scopo del fondo sociale, destinato a chi abbia in cantiere un’idea e un progetto sostenibile. Il progetto si rivolge agli artisti, la scena musicale dal vivo e le imprese musicali in tutta la Germania, guidando tutti quanti nella realizzazione dei loro progetti e quindi promuovendo diverse reti e infrastrutture.

Sono tre i premi musicali promossi da Initiative musik ovvero il Polyton, il German Jazz Prize e l’Applaus Award dove vengono promossi talenti di varia provenienza e viene spinta al massimo la loro visibilità. Buona parte dei dischi KARAOKE KALK aderiscono a questo importante programma, caratterizzando quindi la qualità culturale della proposte pubblicate dalla label tedesca.

LABels è il format multicanale dedicato alle etichette discografiche e prodotto da indie-eye.

Un podcast, un video unboxing delle release in vinile, un articolo dettagliato.
Se vuoi partecipare scrivi una mail a cs@indie-eye.it e facci una proposta. La esamineremo con attenzione e valuteremo la fattibilità. Ricordati di inserire nel corpo della mail l’oggetto “proposta per LABels”

Il Recording pack pro economico: Minifuse 2, scheda audio, cuffie e microfono

Tra gli starter pack più affidabili e venduti ad un prezzo accessibile per chi voglia cimentarsi con la registrazione della propria musica, allestendo un piccolo studio di registrazione efficiente e di qualità, la francese Arturia propone un bundle interessante. Ad un prezzo accessibile vengono offerti Scheda Audio, cuffie di qualità e microfono a condensatore, con una serie di accessori per l’assemblaggio e il montaggio.
Minifuse è la sigla che caratterizza le schede audio prodotte dal brand e la Minifuse 2 che abbiamo potuto esaminare da vicino è quella che consente di cablare due dispositivi grazie ai due ingressi XLR analogici, ma che include anche uscita e ingresso MIDI e un Hub USB utile anch’esso per connettere dispositivi come controller sempre attraverso il protocollo di comunicazione MIDI.

Nel nostro approfondito video tutorial, oltre a mostrarvi il contenuto del bundle, abbiamo testato le funzioni dei dispositivi e in particolare provato a connettere il synth ibrido analogico Microfreak attraverso la scheda Minifuse 2 e l’interazione con Ableton Live Lite 12.
Per quanto riguarda i software, il bundle, oltre ai dispositivi fisici, mette a disposizione una serie di applicazioni, alcune completamente gratuite e con una licenza permanente, altre in prova per tre mesi.

Minifuse 2 Recording Pack, il video tutorial e il test con Microfreak e Microfono (noise floor test)

Minifuse 2 Recording Pack, il sofware in dotazione

La versione Recording Pack di Minifuse 2 mette a disposizione i seguenti pacchetti software

  • Ableton Live Lite: la versione 12 del noto software
  • Splice, tre mesi di abbonamento gratuito nella versione creator plan, che consentono di utilizzare un’ampia libreria di sample e loops
  • Autotune unlimited, tre mesi di abbonamento gratuito per il software più utilizzato nell’ambito della musica pop
  • Analog Lab intro: l’interfaccia VTS di Arturia presente anche con alcuni controller, qui nella versione con funzioni limitate
  • Arturia FX: un pack di effetti utilizzabili con il vostro DAW che include un Delay, un reverbero “vintage”, un Chorus, eco a nastro e la rimodellazione di un pre-amp analogico
  • Guitar Rig 6 SE di Native Instruments, per provare tutte le amplificazioni possibili con la vostra chitarra

Oltre ai software, Minifuse 2 include anche un’interfaccia di configurazione utile per aggiornare il firmware, chiamata Minifuse control center. Via computer è possibile scegliere l’impedenza del dispositivo in ingresso, selezionare oppure disattivare il phantom power, impostare il buffering size dei driver ASIO che Minifuse sfrutta.

Minifuse 2, la scheda audio: specifiche tecniche

La scheda audio Minifuse 2 ha due ingressi XLR per microfono o strumenti analogici. Ciascuno ha un gain di controllo con indicatore luminoso utile per segnalare se il suono sta andando in clipping. Un selettore a fianco degli ingressi consente di scegliere l’impedenza per un microfono (pulsante disinserito) o per strumento (pulsante inserito). Presente anche un pulsante per il phantom power 48v, una manopola-monitor per il volume in uscita, se connettete la vostra scheda audio ad un sound system esterno e l’uscita per le cuffie, con volume autonomo e indipendente.
Sempre sul pannello frontale della scheda è presente una manopola che consente di ascoltare direttamente lo strumento/microfono connesso o i suoni del computer. La posizione centrale consente di ascoltare entrambi contemporaneamente.

Sul pannello frontale della scheda audio oltre ad una porta kensington lock per i cavi di sicurezza, ci sono un ingresso e un’uscita MIDI a cinque PIN, un HUB per veicolare il protocollo MIDI via USB, quindi adatto ai nuovi controller ed infine una porta USB-C per la connessione diretta della scheda al vostro computer.

La scheda Minifuse 2 è costituita da materiali in metallo e plastiche piuttosto dure e resistenti.

I pre-amps della scheda sono di buona qualità, con un’impedenza microfonica di ingresso di 2.5kΩ e un livello di ingresso che arriva a +9db. L’input noise è di -129dB. I Sample rates supportati sono: 44.1kHz, 48kHz, 88.2 kHz, 96kHz, 176.4kHz, 192 kHz

Microfono a condensatore Arturia, Minifuse 2 Recording Pack

Incluso con il Recording Pack c’è un ottimo microfono a condensatore CM1 corredato di mounter per aste microfoniche e di un pop-filter in metallo. Si tratta di un microfono abbastanza peso, di ottima qualità per quanto riguarda la risposta in frequenza. Lo abbiamo testato nel video per il parlato (podcast) e in una stanza non insonorizzata, direttamente connesso alla scheda. La registrazione audio RAW (nessun filtro o plugin) ha consentito di individuare un noise floor vicino a -68db, quindi un’ottima performance per un test al volo, anche in relazione ai parametri richiesti per alcuni audiolibri.

Il microfono necessita di phantom power 48v e ha una risposta in frequenza da 20 hz a 20 khz. La connessine è XLR maschio e Arturia fornisce anche un buon cavo di connessione XLR per provarlo subito con la scheda Minifuse 2

Cuffia pro insieme a Minifuse 2 Recording pack

Il terzo e ultimo oggetto del bundle Minifuse 2 Recording Pack sono un paio di cuffie molto isolate per quanto riguarda il monitoring (dall’esterno non si sentono). Hanno una buona risposta in frequenza da 10 hz a 20 khz. Buona la qualità costruttiva (materiali, plastiche, cuciture, cavi). Il cavo è lungo tre metri

Minifuse 2 Recording Pack, la valutazione di indie-eye.it

Il bundle Arturia è un ottimo modo per cominciare con una scheda audio di buon livello senza spendere cifre impossibili. Il corredo di microfono, cuffie e una dotazione software di tutto rispetto, consentono di essere subito operativi per la registrazione e la post produzione, anche della propria voce. Il test è positivo sia come scheda audio per il vostro sistema operativo, certamente di livello superiore a qualsiasi scheda standard, sia per quanto riguarda la produzione di podcast e l’interazione con alcuni dei DAW più diffusi. Ovviamente è garantita una compatibilità totale con altri dispositivi del brand francese.

Minifuse 2 Recording Pack viene venduta direttamente dallo store Arturia al prezzo di 299 Euro.

Stand Alone Festival, la terza edizione con Matt Elliott e altri ospiti

Giunge alla terza edizione lo Stand Alone Festival. Pensato per la Corte del Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari, uno dei castelli più belli e nascosti della Puglia, vedrà come ospiti di prestigio Matt Elliott e Jozef van Wissem; insieme a Malasomma, Francesco Massaro, Nidoja, Archaic Dirge, Japanorama e Ricovero Coatto.

Si comincia Domenica 4 agosto con il duo Nidoja, nato dall’interazione creativa e sperimentale di Nicoletta D’Auria (violoncello) e Domenico Monaco (percussioni/elettronica). La loro ricerca sonora li ha portati negli anni alla scoperta di elementi di pura energia mistica che si fondono con un’introspezione basilare capace di penetrare la carne fino al cuore; in una sorta di energia viscerale che abbraccia i continenti, le ambientazioni del nostro tempo, la fame di cultura, il desiderio di comprendere qualcosa che va oltre il conosciuto. Un viaggio musicale che racchiude al proprio interno il magnifico suono di terre lontane dove lo scorrere lento del tempo è sinonimo di incanto.
La serata prosegue con l’unica data italiana di quest’estate per Jozef van Wissem nel Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari.
Il compositore della colonna sonora di “Solo gli amanti sopravvivono” e stretto collaboratore di Jim
Jarmusch
sarà il primo ospite internazionale dello Stand Alone Fest 2024.
Nel corso degli anni Jozef van Wissem ha pubblicato innumerevoli album da solista e collaborazioni con Jim Jarmusch e Tilda Swinton, colonne sonore di videogiochi pluripremiati e colonne sonore di film
pluripremiati, da “Only Lovers Left Alive” (“Solo gli amanti sopravvivono”) di Jarmusch, che gli è valso il
premio miglior colonna sonora originale a Cannes 2013, a “A Prince”, film del 2023 di Pierre Creton.

Il programma di domenica continua alle 23:00 con Malasomma, art director, musicista e sound designer. Insieme a Jime Ghirlandi dirige Futuro Arcaico, progetto che raccoglie attraverso un archivio digitale e performance dal vivo, testimonianze e opere di artisti che si siano confrontati con il tema dell’identità territoriale. Si forma come batterista, ma ben presto la sua espressione si allarga al mondo della ricerca multimediale. Arriva su importanti palchi nazionali ed europei, dove restituisce al pubblico la ricerca e la fascinazione per forme di linguaggio non convenzionali. Nel 2012 fonda White Noise Generator, collettivo ed etichetta discografica attiva nel mondo della ricerca elettroacustica e della Instant composition. Con questo progetto è direttore artistico delle rassegne “Experiment#1-2-3” e organizzatore del meeting internazionale “Clockstop Fest”.
I suoi lavori di sound art e le sue performance sono stati presentati in prestigiosi musei, festival e centri culturali, tra cui il Milano Film Festival, Asilo Filangeri Napoli, Mas Modica, Parco Archeologico Egnazia, Locus Festival, Time Zones. Allo Stand Alone Fest III presenterà il suo nuovo album “Neolingua”, pubblicato qualche mese fa.
Japanorama, dj resident dello Stand Alone Fest ed esponente pugliese del genere organic house, intratterrà gli spettatori del festival a partire dalla mezzanotte. Le sue selections uniscono suoni orientali e tribali fino a lambire i territori sonori dell’elettronica occidentale.
Fotografa per professione, dj per passione, Anna Squicciarini, questo il suo vero nome, è un’appassionata di musica sin da bambina. Negli ultimi anni si è lasciata intrigare dall’organic house, nuovo stile musicale nato all’inizio degli anni ’20, contaminazione di afro house, arabic house e chillout; diventando una pioniera del genere in Puglia. I suoi dj-set hanno incendiato molti festival pugliesi, tra cui Time Zones, Sotto Il Cielo Delle Periferie, Esseri Urbani, Farm Festival e Stand Alone Fest.

Il festival prosegue Lunedi 5 Agosto e inizia con “Body Electric” di Francesco Massaro alle ore 21:00. Francesco Massaro (sax baritono, elettronica) spinge ancora oltre la sua ricerca, lunga almeno venticinque anni, sulle possibilità espressive del suo strumento. Già nei precedenti lavori in solo (“Maniera Nera”, “Nu” e “Liminale”) aveva esplorato l’uso massiccio delle tecniche estese e dell’elettronica, oggi in “Body Electric” il focus è tutto sull’interazione tra corpo/strumento/processori. Il sax, strumento già “geneticamente” predisposto alla trasformazione, gioca a diventare un antico flauto, una chitarra elettrica, uno strumento a percussione. Massaro lavora a sfaldare le categorie, le divisioni in generi, a creare personali equilibri tra natura e teknè, in una ricerca tutta tesa all’accessibilità totale e senza filtri dell’opera. Il lavoro prende le mosse dai versi del poeta Walt Whitman, agganciando così anche profonde riflessioni politiche e sociali.


Si prosegue alle 21:45 con Archaic Dirge ovvero Francesca Ammaturo (noise box) e Andrea Donvito (batteria), duo industrial-tribal-noise di cui sentiremo tanto parlare. Alla costante ricerca di suoni amorfi, un rituale intimo che si contrappone al caos del mondo, solitari nella creazione di ritmi ossessivi attraverso richiami tribali e catartici. Il gesto sta nella dimenticanza del gesto.
Alle 22:30 arriva Matt Elliott. Tutta la follia e l’alienazione del mondo contemporaneo sono ancora racchiuse nella poetica rassegnata e malinconica di Matt Elliott, vent’anni dopo il capolavoro “Drinking Songs” che ha cambiato la storia del folk. Da Parigi, sua città d’adozione, il sad folk del cantautore britannico continua ad emozionare con il nuovo, acclamato album “The End Of Days”.
A Mezzanotte arriva il Dj set di Ricovero Coatto, che ripercorrerà la storia dell’industrial, dell’elettronica e del post rock, con contaminazioni jazz e d’avanguardia. Un breve viaggio in una raccolta di dischi dalla provenienza ibrida, dove l’elettronica più o meno contemporanea si incontra con le varie sperimentazioni del rock alternativo.

Ricordiamo che al festival sarà presente un’area mercatini con vinili, dischi, poesia, libri, albi illustrati, abbigliamento vintage, artigianato e merchandising di etichette discografiche indipendenti.
La partecipazione all’evento è riservata ai soci dell’APS Stand Alone Complex. È possibile tesserarsi la sera dell’evento oppure tramite il modulo online qui: bit.ly/modulosac24

La tessera è gratuita. È richiesto un contributo all’ingresso.

Domenica 4 Agosto: 15 euro
Lunedì 5 Agosto: 15 euro
Entrambi i giorni: 20 euro
Ingressi limitati, assicurati il tuo posto: linktr.ee/standalonefest

In collaborazione con Indie-eye, Indiesposizioni, D3 Event Promotion, Saturnalia, Caffè 42, Cantine Polvanera, Interiora Design, Tappa Fissa, Genius Loci, Hardstaff Booking Agency, Swamp Booking, Hana Fotografia e con il Patrocinio del Comune di Sannicandro di Bari.

Berlin Music Video Awards 2024, inclusivo e innovativo come la città che lo ospita

La dodicesima edizione dei Berlin Music Video Awards (BMVA) si è conclusa al Club Gretchen con numerosi ospiti. Un programma unico all’interno dell’attiva scena culturale berlinese. Migliaia di creativi che sono riusciti a raccontare se stessi e la loro abilità artistica, riflettendo così l’etica senza limiti del festival, si sono riuniti per celebrare la convergenza tra musica e immagini.

Il video di sintesi del festival racconta meglio di ogni altra cosa quello che vi siete persi, se non eravate presenti naturalmente. Berlin Music Video Awards si conferma come evento di punta delle notti europee

Si è distinta all’interno del festival la band parigina Gennre vincendo il premio per la migliore canzone e quello per il miglior video musicale con la loro clip di debutto “Wyona” diretta da Phantom x Etienne Baret

Altri premi di assoluto rilievo sono:

Miglior Animazione: CHINESE MAN – TOO LATE FEAT. STOGIE T, KT GORIQUE & FP
Director: Victor Haegelin
Produced by: Quad
Migliori VFX: REEVE – WAX ON YOU
Post Production and VFX by: Orage
Miglior video sperimentale: CARLA MASSOLINI – TO THE BODY
Categoria Most Bizarre: THE HIVES – BOGUS OPERANDI
Director: Joel Hördegård
Il più trash: DILLON FRANCIS – LA ON ACID
Director: Parker Seaman
Miglior montaggio: METTE – MAMA’S EYES
Editor: Vid Price
Miglior performer: GUILLAUME PONCELET – YAKI IMO
Performer: Sarah Abricht
Miglior Concept: THE CHEMICAL BROTHERS, BECK – SKIPPING LIKE A STONE
Director: Pensacola
DOP: Christopher Ripley
Miglior Art Director: MASSTOR – SELF CONTROL
Miglior Canzone: GENNRE – WYNONA
Miglior video narrativo: ELSE – OCEAN
Miglior video low budget: ALEX VS ALEX – SEE ME 4 THE FIRST TIME
Producer and Director: Ana Vardi
Miglior fotografia: HOZIER – DE SELBY (PART 2)
DoP: Albert Hooi
Miglior regia: KALTE LIEBE – TRÄUME OHNE WERT
Director: Florian Christopher
Miglior compagnia di produzione: Dissidence
Videos: “Halsey, Suga – Lilith (Diablo IV Anthem)” and “DALTON JOHN – PAYBACK”

Tutti i dettagli sui vincitori dell’edizione 2024 puoi trovarli qui

Per gli artisti che partecipano, il BMVA è un’opportunità totalizzante. Il programma completo del festival comprende proiezioni, tavole rotonde e spettacoli dal vivo che mettono in risalto il meglio dei video musicali contemporanei. Vincere un premio al BMVA è un onore prestigioso, ma anche una nomination è un risultato notevole. La visibilità ottenuta dal festival può spingere gli artisti verso nuovi livelli di riconoscimento e opportunità.
Aviel Silook, fondatore dei Berlin Music Video Awards (BMVA), offre preziosi consigli agli artisti che desiderano dare visibilità al proprio lavoro. Lavorando su originalità, narrazione e audacia, gli artisti possono aumentare le loro possibilità di essere selezionati.

Guarda l’intervista ai Gennre, la band vincitrice del festival

I Berlin Music Video Awards per il 2024 hanno potuto contare su una line-up provocatoria e non convenzionale, mettendo in mostra non solo il meglio dei video musicali ma celebrando anche l’arte d’avanguardia attraverso categorie di ricerca. Quest’anno, il festival ha messo in risalto la creatività nelle sue forme più crude con categorie come “Most Bizarre” e “Most Trashy”.
Tra i momenti più interessanti c’era una competizione di tatuaggi che fondeva l’arte dell’inchiostro con l’espressione musicale. Il festival prevedeva anche un’audace spettacolo BDSM con i Kamasutra Ninja, appena usciti dalle segrete del club KitKat. I Berlin Music Video Awards continuano a ridefinire i confini artistici nel regno della musica e della narrazione visiva.

I Berlin Music Video Awards (BMVA) offrono molto più che semplici riconoscimenti perché il festival è come un hub vivace per il networking e il coinvolgimento della comunità. L’atmosfera diversificata e inclusiva del festival favorisce le connessioni tra artisti, esperti del settore e fan. Con attività che vanno dalle vetrine sul palco principale fino alle proiezioni e ai DJ set all’aperto, il festival è ricco di opportunità di collaborazione e scambio creativo. I media partner e i membri della giuria svolgono un ruolo cruciale, amplificando l’impatto del festival catturando e trasmettendo le storie e i talenti unici che emergono da questa dinamica celebrazione culturale.

Il festival prevedeva esibizioni dal vivo degli artisti nominati, offrendo al pubblico uno sguardo sulla loro essenza creativa. Tra gli artisti figuravano la russa Malina Scar, il berlinese Thunder Bae, SIIE e Adan Cruz provenienti dal Messico, ognuno dei quali ha offerto spettacoli memorabili.


I partecipanti alla BMVA hanno continuato ad esibirsi durante gli after-party che si sono protratti fino a tarda notte. L’Experimental Culture Day del secondo giorno, con il suo codice di abbigliamento “stravagante”, ha visto gli ospiti portare i loro abiti nell’iconico club fetish KitKat, per poi proseguire i festeggiamenti al Ritter Butzke dopo l’ultimo giorno del programma.

Il Club Gretchen, un sito storico costruito nel 1854, ha fornito lo sfondo perfetto per i festeggiamenti della BMVA. Il fondatore e produttore Aviel Silook ha elogiato il locale, dicendo: “il Gretchen è una location fantastica con un incredibile sistema audio e una ricca storia. È un luogo che non solo preserva la storia ma la crea anche, offrendo una miscela unica di spazi ideali per la nostra diversificata programmazione”.

I Berlin Music Video Awards sono il festival più importante d’Europa tra quelli dedicati ai video musicali e che celebrano l’intersezione tra musica e immagini. Questo vivace evento attira una vasta gamma di creativi, da musicisti e registi a produttori, scrittori e artisti, promuovendo un ambiente in cui fiorisce la creatività. L’indipendenza della BMVA da sponsor o altri supporti governativi o aziendali, garantisce che la libertà artistica rimanga fondamentale, consentendo a chiunque di vincere.

Più che un semplice evento annuale, i Berlin Music Video Awards sono il principale centro creativo europeo, che unisce musicisti, registi, produttori, scrittori e artisti. A differenza di molti altri festival, il BMVA opera indipendentemente dalle sponsorizzazioni aziendali e dai finanziamenti governativi, consentendo una creatività genuina e sfrenata. Questa indipendenza crea un ambiente in cui l’innovazione e l’originalità possono davvero prosperare.

I BMVA incarnano l’etica DIY di Berlino, promuovendo un’atmosfera inclusiva in cui talenti emergenti e veterani del settore competono fianco a fianco. Aviel Silook ha sottolineato l’autenticità del festival, sottolineando: “La nostra indipendenza è cruciale. Senza sponsor o fondi governativi, manteniamo la libertà di arte ed espressione, cosa evidente nella nostra selezione di video e nell’atmosfera rilassata del festival”.

Il BMVA è rinomato per la sua inclusività, offrendo una piattaforma distintiva in cui i talenti emergenti competono insieme ai veterani del settore, incarnando la cultura DIY di Berlino e l’etica attitudinale dell’arte punk. Questa inclusività sottolinea l’impegno del festival nel onorare voci e prospettive diverse all’interno della comunità creativa. Aviel Silook, fondatore e produttore del festival, lo descrive come un progetto senza restrizioni, impegnato nel conservare libertà espressiva e originalità.
Aviel Silook, un immigrato che ha superato numerose sfide, ha plasmato in modo significativo il panorama culturale di Berlino attraverso l’istituzione dei Berlin Music Video Awards. La sua iniziativa ha elevato il BMVA a un evento riconosciuto a livello mondiale che celebra lo splendore artistico e l’inclusività. La creazione di Silook non solo mette in risalto artisti nuovi e affermati, ma rafforza anche la reputazione di Berlino come destinazione artistica leader, attirando talenti da tutto il mondo e arricchendo la variegata comunità artistica della città.

Con la conclusione del BMVA 2024, il senso di comunità e di celebrazione è rimasto forte. L’impegno del festival nel promuovere l’espressione artistica e l’innovazione continua a consolidare la sua statura come faro per i creativi di tutto il mondo.
Sono aperte sin da ora le iscrizioni per l’edizione del prossimo anno.
Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, visitare www.berlinmva.com.

FOTO E MATERIALI, GENTILE CONCESSIONE UFFICIO STAMPA BMVA

INDIE-EYE, MEDIA PARTNER DI BMVA 2024

Il beatmaker perfetto: scopri Ep-133 K.O. II, campionatore versatile

Teenage Engineering è un brand svedese con base a Stoccolma attivo dal 2005. Nella produzione di strumenti elettronici, synth, campionatori e composer si è sempre contraddistinto per ergonomia e qualità dei dispositivi.

Ep-133 K.O. II, il sampler tuttofare

Il recentissimo Ep-133 K.O. II è un’evoluzione notevole rispetto ai precedenti campionatori quasi palmari distribuiti dal brand, ed è un oggetto che a colpo d’occhio sembra un crossover tra una grande calcolatrice e un dispositivo della science-fiction retrò, sullo stile degli oggetti retro-futuristi di Space 1999.

Distribuito con un packaging stilosissimo che omaggia il grande Cassius Clay, contiene un kit di adesivi e quattro manopole da assemblare a cura dell’utente.

Viene alimentato con quattro batterie AAAA non incluse, ma può essere alimentato da un qualsiasi charger per smartphone con cavo usb / usb-c a patto sia a 5V. Anche questo non è incluso, ma se ne trovano in commercio e di qualità a basso prezzo.

Nella confezione è presente anche un flyer plastificato A4 che contiene un riassunto dei numerosi comandi, pulsanti e manopole da attivare per avviare le funzioni principali.

Corredano il tutto:

  • Uscita per cuffie e sound system
  • entrata per campionare da dispositivi esterni come un giradischi o uno smartphone oppure altri dispositivi di linea
  • connessioni sync e midi in entrata e in uscita
  • un microfono incorporato per campionare al volo suoni, rumori e voci.

Il dispositivo è un campionatore, ma anche una drum machine, una groove box, un composer di grande versatilità e relativa facilità di utilizzo.

Ep-133 K.O. II, la video guida completa di quasi due ore

Lo abbiamo affrontato da vicino, con una video guida esaustiva di quasi due ore che ci consente di cominciare ad utilizzare E-P 133 K.O. II partendo da zero.

La valutazione di Ep-133 K.O. II

Ep-133 K.O. II, il più recente tra i campionatori prodotti dalla svedese Teenage Engineering si è rivelato un dispositivo di ottima fattura per quanto riguarda aspetto e resistenza dei componenti, plastiche ottime e pulsanti sensibili al tocco.
Ottimo anche il campionatore con microfono on board, che consente, anche da qualsiasi fonte esterna, di regolare la soglia (Threshold) e il volume (Level) del campionamento, per escludere eventuali rumori o accidenti durante la registrazione.
Funzioni di taglio e modifica, come quella Trimming, consentono anche da tastiera di modificare i campioni registrati. Stessa cosa per quanto riguarda i valori di tempo, i BPM e l’estensione del campione su più battute, ma anche gli effetti e la funzione KEYS che trasforma il dispositivo in una tastiera vera e propria, per modulare i vostri campioni sui pad alfanumerici.
Il sampler, che ha 64mb di memoria interna, può estendere la morfologia del brano fino a 99 scene, che a loro volta sono parte di 99 pattern, contenute tutte in quattro gruppi separati. Il tutto all’interno di nove progetti, cinque dei quali sono già popolati di suoni di default, e quattro vuoti, con i suoni ancora da assegnare.
I suoni, possono essere utilizzati e assegnati ai 12 pad alfanumerici, a partire dai campioni già presenti nel dispositivo, tra suoni di batteria, bassi e melodie.

Per caricare nuovi suoni è presente una versatilissima interfaccia Web-Midi che consente direttamente da Browser di avviare un’app via web. Caricamento, modifica e taglio dei nuovi suoni, avvengono direttamente dai folder del vostro computer.

Ep-133 K.O. II è uno strumento davvero versatile e potente che ci ha stupito moltissimo, funzioni come la quantizzazione dei suoni e del tempo, consentono anche ai meno esperti di far tornare tutti i conti e portare a casa in breve tempo un beat di qualità.

Il packaging, molto bello, non è sfortunatamente riutilizzabile per parcheggiare il vostro dispositivo. Per farlo, occorrerebbe smontare tutte le volte le manopole incluse, e non è il caso perché potreste danneggiare il dispositivo.
A questo proposito il brand svedese, mette in commercio separatamente borse e altri ausili per trasportare K.O. II senza danneggiarlo.

Il costo di K.O. II è di 349 euro dallo store ufficiale di Teenage Engineering. La consegna, per quello che abbiamo sperimentato, è molto veloce e in meno di una settimana arriva dalla Svezia all’Italia con corriere tracciato.

Berlin Music Video Awards 2024: dal 12 al 14 Giugno

Torna il Berlin Music Awards, la più importante kermesse europea dedicata ai video musicali, che quest’anno festeggia la dodicesima edizione.
Dal 12 al 14 Giugno 2024 presso il Club Gretchen di Berlino, iconica venue della città tedesca, si svolgerà il festival che premia tutti i talenti della videomusica, coinvolgendo artisti affermati, emergenti e next big thing della musica e del videomaking.

BMVA: Il più importante festival di videomusica europeo

Ma il festival è anche una vera e propria opportunità per fare rete insieme a tutti gli addetti ai lavori coinvolti, in un clima assolutamente unico nel suo genere, che consente a chi partecipa di stabilire connessioni importanti.
Inclusività e diversità sono le parole d’ordine per i BMVA, valori imprescindibili anche nelle scelte estetiche della direzione artistica.
Tra gli artisti candidati quest’anno nomi come Khalid, Lil Yachty, Tame Impala, Hozier e Grimes, insieme a molti emergenti.
Durante il festival saranno attivati una serie di concerti e performance tra cui le esibizioni di Panterah e Malina Scar, Black Prez, Lulu van Trapp, Gennre, SIIE, Ljung, Thunder Bae, Noanne e Supermodel. Largo spazio anche ai Djing con maestri della consolle come Jacques, Lawya, Dalton John e un ampio gruppo di talenti locali come CatMint, Hello Trip, Adron, Sarah Adorable, Dokia e Freya Algiz.

Anche quest’anno ci sono alcuni talenti italiani, tra cui Hand of Juno che si è guadagnato un posto tra i candidati della categoria Most Bizarre, mentre Ariete fa la sua comparsa nella categoria Best
Cinematography. Ci sono anche Nicola D’Orta nella categoria Miglior fotografia e Ari Denaro, un artista visivo unico nella categoria Most Bizarre.

I videoclip realizzati con Intelligenza artificiale diventeranno una sezione del festival

Prevista anche una conferenza sull’IA condotta dall’esperto Yonatan Dor, che esplorerà l’intersezione tra intelligenza artificiale e video musicali.

Il fondatore del festival, Aviel Silook ha parlato in conferenza stampa dell’aumento esponenziale delle candidature legate a prodotti sviluppati con l’IA. Il numero dei video presenti è infatti crescenti e potrebbe spingere il festival a creare una categoria apposita a partire dall’edizione 2025.

Per ora, i video realizzati con l’intelligenza artificiale sono stati inseriti nella categoria Best Experimental, con opere accattivanti come “Chien Méchant – Etoiles Filantes” (Temple caché) e “RAH Band – Clouds Across The Moon” (dei Dor Brothers), e “Clutchill – Kanino” (di Victor G. Planelles e David M. Romero).

Le informazioni dettagliate con le schede degli artisti sono presenti sul sito ufficiale dei Berlin Music Video Awards mentre qui di seguito è possibile gustarsi un bel video doc che sintetizza l’edizione dell’anno passato

BMVA, il videoclip dell’edizione 2023

BMVA: vinci i biglietti di ingresso gratuiti

Per chi si trova a Berlino nel periodo del festival o per chi presume di andarci appositamente, è possibile partecipare gratuitamente. In palio dieci biglietti: è necessario scrivere una mail a freetickets@berlinmva.com con l’oggetto “media partner”, scrivendo ovviamente nel corpo della mail il proprio nome. Le prime 10 e-mail saranno premiate con un ingresso gratuito.


Berlin Music Video Awards, alcune tra le nomination più importanti

Tutte le nomination sul sito ufficiale

● The Hives (Most Bizarre)
● Sevdaliza, Grimes (Most Bizarre)
● Daft Punk (Best Animation)
● Tame Impala (Best Animation)
● Sita Bellan (Best Narrative)
● Pink (Best Narrative)
● Boysnoize (Most Trashy)
● The Prodigy (Best Editor)
● Rudimental (Best Editor)
● Billa Joe (Best Editor)
● James Blake (Best Editor)
● Bad Bunny (Best Editor)
● Alligatoah (Best Concept)
● Danni Brown (Best Concept)
● The Chemical Brothers (Best Concept)
● Night Lovell (Best Concept)
● Manizha (Best Concept)
● Davido (Best Art Director)
● Megan Thee Stallion (Best Art Director)

● Halsey (Best Art Director)
● Jeff Satur (Best Cinematography)
● Pedro Sampaio (Best Cinematography)
● Hozier (Best Cinematography)
● Travis Scott (Best Cinematography)
● Ninho (France) (Best VFX)
● Justice (France) (Best VFX)
● Khalid (Best VFX)
● The Veronicas (Australia) (Best Song)
● Audrey Nuna (American (Best Song)
● Kalte Liebe (Deutschland) (Best Director)
● Lil Nas X (Best Director)
● Booba (Best Director)
● 21 Savage (Best Director)
● Isasiah Rashad (Best Director)
● Lil Yachty (Best Director)

Berlin Music Awards si svolgerà dal 12 – 14 al Giugno 2024 (le porte aprono alle: 16:30)
Luogo: Club Gretchen (Obentrautstr. 19-21, 10963 Berlin – Kreuzberg)
L’evento è aperto al pubblico!
I biglietti sono già disponibili, assicurati di prendere il tuo prima che finiscano!

Toomaj Salehi, condannato a morte dal totalitarismo islamico iraniano

Toomaj Salehi è solo uno degli artisti ad esser stato colpito dalle crescenti misure repressive iraniane, ma è quello che più di altri caratterizza tutto il movimento nato intorno alla generazione Z del paese.
La coesione glocale che i giovani iraniani hanno ritrovato all’indomani del brutale assassinio della curda Mahsa Amini per mano della polizia morale, ha definito i confini di una rivolta che tra le altre cose grida a gran voce la fine dell’apartheid di genere. Una prospettiva inaccettabile per il regime islamico, che ha inasprito le misure repressive contro i propri figli, gettando un’ombra scurissima sul futuro del paese e delle nuove generazioni.
Una tendenza che non si è affatto placata e che nelle ultime settimane ha nuovamente mostrato il volto di una ferocissima violenza fascista.
L’attivismo sociale di Toomaj Salehi si è espresso in questi anni attraverso musica e videoclip.
Sin da “Mouse Hole” il rapper trentatreenne dialoga direttamente con il popolo e indirizza una sfida diretta alla Repubblica Islamica, rivelando una precisa consapevolezza rivoluzionaria contro il regime.

Toomaj Salehi, “Mouse Hole” il videoclip

Con il lessico di un video street urgente e senza fronzoli, Salehi pronuncia, tra le altre cose, uno statement chiarissimo “Siamo i redentori del nostro tempo, il nostro stesso Imam nascosto“.
Un messaggio di incredibile potenza laica, talvolta sconosciuto anche nel mondo occidentale, e che scardina qualsiasi intermediazione politico-religiosa che non sia quella legata ad una possibile scelta privata e personale. Ma nel suo speech se la prende con tutte le forme di realpolitik e in particolare con il NIAC, il National Iranian American Council, accusato più volte per le sue posizioni allineate con il regime, mentre avverte che sull’Oscar di alcuni registi che hanno potuto lavorare grazie all’establishment, ci si può tranquillamente pisciare sopra.
Il riferimento, tra l’altro esplicito nella canzone, è ad Asghar Farhadi, il cui sostegno al movimento Woman, life, Freedom è arrivato quando non era più possibile tacere.

Figura di punta tra i musicisti più attivi politicamente, Toomaj ha pagato a caro prezzo la sua tenacia e la sua onestà, con una serie di accuse pesantissime comminate dal Tribunale rivoluzionario iraniano, che sono il riflesso diretto e inequivocabile delle posizioni assunte dal governo del paese contro qualsiasi forma di dissenso.
Incitamento alla rivolta e alla violenza, propaganda contro la Repubblica Islamica, sostegno a forme associative illegali e pericolose per l’ordine pubblico e l’intera stabilità del paese, diffusione di notizie false. Tutte declinazioni di un solo concetto: la repressione del libero pensiero e di qualsiasi forma dissidente.

Dopo l’ultimo arresto e più di un anno e mezzo di carcere, la sezione 1 del Tribunale Rivoluzionario di Ifahan lo condanna a morte con l’accusa di “corruzione sulla Terra“. La notizia è arrivata recentemente attraverso Amir Raisian, avvocato dell’artista, e segue l’arresto di Toomaj avvenuto nell’ottobre del 2022, dopo la grande ondata di manifestazioni che hanno incendiato le strade iraniane per la morte di Mahsa Amini.
Una sentenza che oltrepassa l’autorità di appello della Corte Suprema e che rappresenta un segno ancora più tetro, se ce ne fosse stato il bisogno, dei brutali arbitri di potere di un regime fascista.

La condanna a morte di un altro rapper, Saman Yasin anch’esso arrestato nello stesso periodo, è stata ridotta a 5 anni di carcere proprio in questi giorni, ridimensionando quindi la sentenza di “Guerra Contro Dio“, ma non eliminando affatto il clima di terrore e tortura che il ventinovenne Curdo ha subito durante la detenzione.
Toomaj invece rischia l’impiccagione e i giorni per l’appello sono solo 15.
Nel frattempo il suo canale Youtube viene popolato di contenuti visual che rilanciano i brani dell’ultimo album inciso, mentre i due videoclip ufficiali più recenti risalgono all’ottobre del 2022.
Tra questi, il più potente è Meydoone Jang, dove passano in rassegna le immagini della rivolta collettiva contro il fascismo islamico (N.D.A. per le restrizioni legate all’età anagrafica, il video si può vedere solo se loggati su YouTube)

Arabi, Assiri, Armeni, Turkmeni, Mazni, Sistani, Beluci, Talesh, Tat, Azeri, Curdi, Gilak, Lur, Persiani, Gashqai e Baha’í. Siamo una cosa sola, siamo l’unione di più fiumi, siamo il mare. (Toomaj Salehi)