Da qualche anno a questa parte i neri liquami che scorrevano nel sottobosco fiorentino hanno rotto gli argini, tracimando in superficie e sommergendo la culla del rinascimento sotto un’ondata di sangue e merda.
L’entità nota come Dio Drone, fin dal 2013, ha raccolto intorno a se alcuni dei progetti più estremi dell’underground cittadino, imponendosi nell’arco di brevissimo tempo come una delle realtà di settore più solide e interessanti, anche a livello nazionale. Un’etica DIY e uno stacanovismo degni della SST dei tempi d’oro, nonché la capacità di riportare l’espressione “musica indipendente” al suo significato originario – una caratteristica che pone l’etichetta di Firenze in netta contrapposizione rispetto a una scena che, spesso e volentieri, si limita a ricalcare in piccolo dinamiche proprie del mainstream – sono le qualità di Dio Drone che hanno maggiormente stimolato la nostra curiosità.
Per questa ragione abbiamo deciso di dedicargli i primi due episodi de “I Suburbani”, rubrica che si occuperà di scandagliare le musiche più lerce, recalcitranti e improponibili con cui ci capiterà di avere a che fare.
Da questa parte:
Bad Girl racconta Cosmi, live @ Centro Pecci, Prato – I Suburbani #1