The Place è il titolo di uno spettacolo teatrale che gli Afformance hanno musicato per un tour che li ha portati sui palchi Balcanici e in mezza europa, tra cui il Dunk! festival in Belgio dove hanno suonato con band come Balmorea, Maserati, Kwoon. L’ep arriva dopo uno iato abbastanza ampio seguito al debutto full lenght intitolato “A Glimpse to the days that pass”, realizzato in edizione a tiratura limitata.
Con un’apertura come Dough Claws, vicina all’impressionismo sonoro di Dutch Harbor, almeno nelle intenzioni di restituire il suono caotico del cosmo in una dimensione astratta e simbolica, non certo nei risultati espressivi, la band prepara il terreno ad un sound in verità molto più convenzionale, ben rappresentanto dalle seguenti Stride e Covered in Scales, versioni tetre e oscure di tutta quella stagione strumentale che include Mogwai e A Minor forest, giusto per citare due band antipodali, con una propensione più magniloquente, spettacolare ed epica, che denuncia subito la matrice orchestrale del progetto nella gestione dei volumi sonori e nella strategia ormai logora di alternanza tra pieni e vuoti. Afformance costruiscono un artefatto emotivo che negli ultimi vent’anni ha più o meno generato band e idee che non si sono spostate di un millimetro nel concepire una certa narrazione strumentale; descrittivi fino al limite del tollerabile, rispetto ad altri epigoni del genere, spingono maggiormente su dinamiche Space Rock, cercando di modulare l’epica strumentale sulle visioni lisergiche, infinite e metalliche à la Hawkwind; il rischio è che questa imitazione dell’imitazione dell’imitazione suoni meno vitale di un onesto interprete Classico alle prese con il repertorio di Rachmaninov.