Primo album di lunga durata per i Cat Claws e seconda uscita ufficiale per la 42 records, “Magic Powers” ci consegna una raccolta di dodici tracce di pop-rock abrasivo come non se ne sentiva da un bel po’. Il panorama sonoro di riferimento della band capitolina è saldamente ancorato ad un’estetica musicale nineties che si muove veloce e sicura sulla via indicata da Pixies, Breeders, Sonic Youth e Sleater-Kinney; i nomi citati saranno anche evocati spesso ma di recente sono stati omaggiati raramente con tanta perizia calligrafica e devozione. Questo forse resta il limite più evidente di una proposta musicale che per il resto può vantare notevoli punti di forza, a cominciare da brani concisi e compatti che prediligono arrangiamenti senza fronzoli e che trovano facilmente il giusto equilibrio tra melodia e distorsione (ottime “Bob”, “Love Is Dumb”, “Spare Time” e la title-track). I Cat Claws recuperano anche due brani dal “Joseph Ep” con cui esordirono nel 2004 ed è proprio ascoltando le nuove versioni di “S-Banhof” e “Joseph” che si possono misurare i passi avanti fatti in questi anni dalla band sia sul piano squisitamente tecnico che su quello della maggiore personalità acquisita; per quanto riguarda infine la qualità della produzione va segnalato l’ottimo lavoro svolto dai Cat Claws in studio con Francesco Donadello dei Giardini Di Mirò.
In definitiva “Magic Powers” è un disco potente e diretto e i Cat Claws sono un’ottima band che però deve ancora fare il salto di qualità, un piccolo ma significativo passo che potrebbe consistere nel lasciare briglia sciolta alla propria spiccata personalità evitando così di lasciarla fagocitare dal troppo amore per le band sopra citate.