Raffinate composizioni a metà strada tra elettronica sinuosa e (post)rock da camera, glitcherie assortite senza trascurare melodia e groove, chitarre e campioni, esotismi à la Bexar Bexar e decostruzoni à la Matmos. Devono averne ascoltate parecchie Il Moro e Il Quasi Biondo in questi anni e devono aver faticato non poco a confezionare questo album intitolato “Questa non è una parentesi: )”. Ogni traccia tradisce infatti un fine lavoro di cesello dove nulla è lasciato al caso e anche l’intuizione più improvvisata sembra essere filtrata, scomposta e metabolizzata prima di diventare ritmo, arrangiamento o melodia. L’approccio concettuale del progetto viene saggiamente bilanciato da una spiccata attitudine all’ironia che spesso si traduce in vero e proprio divertimento. Del resto uno dei punti di forza della proposta musicale de Il Moro e Il Quasi Biondo è proprio questa capacità di destreggiarsi tra una dimensione più intellettuale di ricerca sul suono e una sfacciata e divertita sensibilità pop(ular). Il risultato è notevole e a maggior ragione se considerato che si tratta di un esordio discografico (pubblica Matteite recs.). I principali animatori della band rispondono al nome di Lorenzo Commisso, Roberto D’Agostin e Mario Ruggiero; il primo polistrumentista già attivo con i progetti Papiers Collès e Ricciobianco, il secondo a sua volta polistrumentista con un’insana passione per i cruciverba (e l’enigmistica gioca un ruolo importante nel concept di questo album… con tanto di soluzioni all’interno del cd!), il terzo responsabile della componente visual dal vivo (oltre che strumentista in studio). Molto bravi.