Anita Rufer e Gabriele De Mario, oltre alla principale attività musicale come Disco Doom, sintetizzano la loro esperienza con il noise con questo progetto di pop sperimentale licenziato con la sigla J&L Defer. Il duo svizzero si diverte a frullare un vastissimo panorama sonoro di matrice elettrica, dal surf all’afro beat, fino a certe atmosfere kosmiche, riducendo tutto a brandelli, come se fossero le Free Kitten di Kim Gordon e Julie Cafritz.
Rispetto all’esempio citato, il duo svizzero potrebbe avere più a cuore la struttura dei brani e giocare con le storture utilizzando la stessa intelligenza di Guvn’er e Pavement, ovvero cercando di consegnarci una personale idea di songwriting, sghemba e deviata, ma attenta ad evocare emozioni con la scrittura. In questo senso, i cinque minuti abbondanti di Hard fiction road potrebbero rappresentare efficacemente un nuovo classico, con il background delle tastiere che ricorda gli Yo La tengo più acquatici e gli strumenti elettrici ad impostare il groove di una irresistibile ballad pop, sporca e stradaiola.
J&L Defer – “Hard Fiction Road”
Usiamo il condizionale perché l’album non procede esattamente su questa strada, polverizzando le intenzioni con un’impostazione decisamente meno pop e molto più ambient, cercando radici nel blues, nelle ballate narcolettiche e nell’ipnosi di una musica che non è più interessata alla struttura, bensì alla dilatazione del tempo. Johnny, Dream, con i suoi otto minuti di durata, è un esempio che anche negli episodi più contratti ci dice più di ogni altra cosa dove vuole andare il duo svizzero; in un luogo senza mappe ne indicazioni, liberi di prendere la direzione che vogliono.