venerdì, Novembre 22, 2024

Luca Morino & Combo Luminoso: Vox Creola

Luca Morino è stato uno dei membri insieme a Fabio Barovero dei Mau Mau. Band dalle radici piemontesi nata nel 2006 che si è contraddistinta nel panorama musicale per la proposta sonora tipica del patchanka, a metà fra ska, reggae e folk. Approfittando della temporanea pausa dei Mau Mau, Luca Morino si è imbarcato in un progetto che vede in Vox Creola il primo vero lavoro da solista (se si esclude l’eco musicale Moleskine Ballads realizzato nel 2004)

Vox Creola è un album dove temi sociali e politici sono interpretati in chiave ironica, sostenuti dal ritmo incalzante della chitarra e dalla leggerezza immediata della forma canzone. Un suono meticcio che attinge ora al flamenco, ora al reggae filtrato da sonorità acustiche ed elettriche. Un viaggio ricco di suggestioni, dalla folkloristica Santa Maria del Deserto, passando da As Dis, unico bravo cantato in piemontese, fino al levare di Scartaciuk. Tante storie che avanzano e trovano posto nelle tredici tracce del disco: lo scorcio sull’avvicendarsi dei turni in Fiat (Ballata per Mira), il tema dell’immigrazione (Campi di battaglia), la rivisitazione del brano di Johnny Wakelin, In Zaire, relativo all’incontro di boxe di Muhammad Ali e George Foreman tenutosi nel 1974 a Kinshasa (Rumble in the Jungle

Dire che l’album non sia coinvolgente, appassionato e musicalmente ricco, non renderebbe il giusto merito al lavoro in questione. MorinoMigrante è l’alter ego che dal 2004 accompagna i progetti di Luca Morino; come suggerisce il moniker si tratta di un individuo in perenne movimento, un gitano della vita che ha fatto del viaggio, inteso come mezzo di comprensione e non semplicemente di velleità esterofila, la chiave per un’interpretazione a vasto raggio della società. Se da un lato il viaggio è la chiave di scoperta per Vox Creola, dall’altro costituisce il suo limite, rivelando molto spesso una vera e propria affezione di Morino per un immaginario socio-contestatore. Sembra che il cuore di Vox Creola sia da ricercarsi in primis nei petti degli studenti nostalgici di vecchio fervore anni ’60 o invaghiti moderni di quell’idea così lontana per storia e contesto da essere ormai cartolina sbiadita. E questo potrebbe, e lo dico senza pretese di cassandrismo, rivelarsi il punto debole del progetto. Un disco che parla attraverso i linguaggi standard e per certi versi stereotipati della contestazione post adolescenziale e pre universitaria, come se fossimo di fronte alla voce sonora de La Meglio Gioventù trasposta ai nostri giorni, e prosegue facendo riferimento ad un’impalcatura melodica simile a quella dalla cordata MCR, Casa del Vento, un disco del genere corre il rischio di non poter fronteggiare diffidenze e accuse di prevedibilità. Anche sospendendo per un attimo il pregiudizio, Vox Creola rimanda inesorabilmente a quell’immaginario ormai logoro e incapace di rinnovarsi tale per cui il linguaggio della rivolta e della riflessione debba posizionarsi sui pentagrammi della world music o del combat folk, abusando del richiamo sociologico fino a pervertirlo in una sorta di buonismo.

Questo per dire che Vox Creola, e quindi Morino, rivela il meglio di sé nella seconda parte del disco, in brani come Scartaciuk, Sebastien o Lost in Fondovalle, dove non ritrae abbeveraggi all’ombra della birra Moretti o disagi sociali ai cigli delle autostrade. E dico questo non per un voto al cinismo, al disinteresse o al menefreghismo, ma perché come ogni strumento, anche il linguaggio deve far fronte all’usura e perché rinnovarsi non per forza è sinonimo di un tradimento di intenti.

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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