Il tre giugno scorso avevamo presentato in anteprima lancio il video di Nadine Khouri intitolato You Got a Fire e diretto dal talentuoso Steve Gullick. L’artista di origini libanesi e attualmente stanziata a Londra, arriva al suo primo full lenght mantenendo intatte tutte le premesse.
Nessuna sorpresa quindi se Mojo ha inserito l’artista tra quelli da tenere d’occhio per questo 2017. Dietro la carriera di Nadine c’è la mano di John Parish, suo mentore che più volte l’ha ospitata in alcuni progetti oltre ad averla assistita direttamente nella registrazione di questo The Salted Air, interamente realizzato dal vivo nel seminterrato di uno studio Bristoliano.
La band è costituita da Huw Bennett, Jean-Marc Butty, J. Allen e Ruban Byrne, ed include contributi di Adrian Crowley, Emma Smith e Florian Tanant oltre ovviamente a quelli di Parish stesso.
Folk, shoegaze, musica cinematica sono gli ingredienti principali della sua musica e se la memoria procede sicura verso alcuni episodi della discografia Mazzy Star, il songtelling di Mimi Parker (Low) e l’atmosfera di alcuni standard jazz rivisti in chiave folk, bisogna dire che la Khouri è in grado di arricchire questi elementi con un sapor mediorientale che sposta decisamente il cuore a sud.
A rafforzare questo aspetto la sua voce, ancorata alla cultura del suo paese con quella modalità eretica che è stata anche di artiste come Natasha Atlas e più recentemente l’esperienza solista di Yasmine Hamdan dei mai dimenticati Soapkills.
La musica tradizionale essiccata dai suoni del deserto, quelli processionali che alludono ad un rituale lontano, l’idea di sospensione che attraversa tutte le canzoni, l’equilibrio mai risolto tra occidente e oriente, quasi a disvelare le cicatrici interiori che Nadine, da esule, si porta dentro, e sopratutto questo senso di spaesamento che la sua musica ci restituisce, ci consegnano un’interprete dalla forte identità. Siamo curiosi di vedere come andrà avanti il suo percorso artistico.