Terzo album per Nadine Shah, a due anni di distanza dallo splendido Fast Food. L’album esce per 1965 records e si intitola Holiday Destination. Dalla dimensione intima e relazionale, l’autrice di origini pakistane si concentra sul piano allargato della situazione politica globale.
Anticipato dal sorprendente “Out the Way“, un attacco punk oscuro e sghembo, memore della follia schizoide di Lora Logic e spinto ancora di più nella direzione di quello strano metissage tra musica orientale e modi del rock occidentale che aveva caratterizzato alcuni episodi della sua precedente produzione.
Nelle liriche, Nadine racconta il suo punto di vista come immigrata di seconda generazione, interrogandosi sul concetto di identità mentre il sax di Pete Wareham ingaggia una danza frenetica e bestiale nel momento in cui la nostra racconta l’ascesa del nazionalismo globale.
Out The Way – Nadine Shah
“In questo viaggio verso gli States – racconta la Shah – sono stata trasferita dall’altra parte dell’aeroporto in questa stanza dove c’erano tutte persone con la pelle scura. Mi guardavano in modo interrogativo, come per dirmi: “che cazzo ci fai qui?”. Sono stata al gioco e ho detto loro che ero Pakistana, a quel punto si sono messi tutti quanti a ridere. La questione è un’altra ed è quella dell’ascesa progressiva del nazionalismo. Una cosa terrificante. Su Twitter spesso mi scrivono di tornare da dove sono venuta. Per me è in atto una crisi identitaria. Sono un’immigrata di seconda generazione, nata in Inghiltera, mi sento molto inglese”
“Una fottuta inglese” dice Nadine scherzando, per poi aggiungere che la sua cultura è quella Musulmana.
Co-prodotto insieme a Ben Hillier, Holiday Destination si preannuncia come un disco di grande presa, affilato e con un groove potentissimo, come il brano che lo anticipa.
L’idea dell’album viene alla Shah dopo aver visto in televisione alcuni intervistati che raccontavano le potenziali vacanze sull’isola di Kos, completamente rovinate. Il motivo? L’arrivo di migliaia di migranti e rifugiati: “Il fatto che questi fossero intervistati sulla televisione nazionale e che potessero dire liberamente queste cose, è stato shockante per me”
Il titolo viene quindi deciso come sintesi di questo sentimento: l’indifferenza delle persone per tutto quello che riguarda la sofferenza, ad eccezione delle proprie vacanze.
Tracklist:
1. Place Like This
2. Holiday Destination
3. 2016
4. Out The Way
5. Yes Men
6. Evil
7. Ordinary
8. Relief
9. Mother Fighter
10. Jolly Sailor