Morgan Enos, già negli Hollow Sunshine e negli Hveaven, recentemente fuori con A Single Rose, pubblica un secondo album dietro moniker Other Houses e aggiunge urgenza e delirio al suo songwriting di matrice marcatamente pop.
Ma che pop è quello di Enos? Secondo il suo punto di vista, Fabulous Dates è il suo album “punk” e come dargli torto dopo aver ascoltato come tratta gli strumenti e la scrittura. Brani immediati, semplici e dalla struttura vagamente beatlesiana, sporcati da una propensione iconoclasta. Eppure Enos non rinuncia alla dolcezza e alle lusinghe del pop apparentemente cantabile, prima di tutto utilizzando massivamente tastiere in stile “spinetta” per regalarci intermezzi dal vago sapore settecentesco, più in forma parodica che altro.
Alternanza schizofrenica tra atmosfere bucoliche e suoni saturi, distorti, quasi sempre in clipping e dalla forza distruttiva. Fanno eccezione alcune ballad semplificate in stile Lemonheads, anche se la regola è la mancanza di regole e sopratutto una insistita approssimazione produttiva. Prendere o lasciare; per Enos il gioco post-studentesco non è ancora finito.