mercoledì, Novembre 6, 2024

Papier Tigre: S/t

papiertigre_grande.gif “Classic DC twin-guitar midtempo style”.
Lessi questa definizione su una fanzine; una definizione troppo tecnica che però calzava a pennello per descrivere una gamma di gruppi e sonorità che rientravano nei miei ascolti preferiti.
La chiave di tutto è l’acronimo DC che sta per District of Columbia, che si riferisce alla città di Washington, che a sua volta punta dritto a quel faro del panorama indipendente che è la Dischord Records, e comprende quella vasta gamma di sonorità caratteristiche che molti si affrettano a definire “fugaziane”.
Questo è per dire che sono contenta che nel 2007 escano ancora dischi come quello dei Papier Tigre (Effervescence records), che non si abbandonano né al punk-funk, né a comode atmosfere “slintiane”, ma che continuano l’onesto lavoro di esplorazione delle declinazioni del math-rock, senza perderne il piglio energico delle origini.
I Papier Tigre offrono suoni curatissimi e palm muting gentili pescati direttamente da “End Hits” dei Fugazi (si, ci sono i Fugazi fra le influenze riconoscibili, ma trovano posto anche i Jawbox, i Kerosene 454, June of 44, gli Hoover e i misconosciuti Thumbnail). In un costante dialogo fra chitarre, a volte dissonante ma mai sopra le righe, il trio – sorpresa! – francese dalle mille date live distribuisce equamente tecnica, qualità e finezze di stile nelle otto canzoni del disco di esordio, nonostante ogni tanto si senta la mancanza nella line-up di un basso che crei un solido groove di sottofondo capace di evidenziare il raffinato tappeto ritmico.
I Papier Tigre dimostrano di sapere padroneggiare la materia, meno la struttura delle canzoni. Forse a causa della voce monocorde che si arrampica su un songwriting tutto sommato debole, il disco scorre via in modo troppo uniforme, senza picchi di emozione o ritornelli efficaci da mandare a memoria. Peccato.
Come già sottolineato, per chi conosce il sottobosco delle band affini all’area Dischord i Papier Tigre sono un’occasione per ritrovare stati d’animo familiari, per altri invece potrebbero costituire un piacevole punto di partenza per approfondire un genere di nicchia, in attesa che i nostri ritornino alla ribalta con un secondo album più incisivo.

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