Juliet Grove non è una giovane e affascinante ragazza inglese. Non è neppure una musa immaginaria. O qualcosa di simile. É il quartiere di Wolverhampton dove i Pipers hanno investito i proventi dell’album di debutto, No one but us, andando a registrare la seconda fatica discografica. No one but us era stato prodotto a Napoli, nel 2010. Ed ha permesso alla band di lanciarsi nel suo primo tour italiano. Ma la voglia di ricercare un puro suono brit li ha spinti oltremanica, dritti nelle mani di Gavin Monaghan, abile produttore inglese, che ha collaborato, tra gli altri, con gli Editors e Paolo Nutini.
I Pipers hanno messo da parte le chitarre elettriche degli esordi e si sono avventurati in un sound più acustico. La voce del cantante Stefano De Stefano è molto delicata, e ben si adatta a queste ballate in stile folk-pop. Per rendere il tutto ancora più credibile compongono in inglese. E bisogna riconoscere che l’accento contribuisce a mascherare le loro vere origini. Non è un caso che ancora prima di debuttare con il primo album siano stati chiamati nel 2008 da Tim Burgess ad aprire i concerti italiani dei Charlatans. Poi sono seguiti Ian Brown e gli Starsailor, vari festival inglesi, e il primo contratto con l’etichetta indie Materia Principale.
Sicuramente queste intense esperienze pre-discografiche britanniche hanno contribuito a dare la forma attuale al gusto musicale della band. Rispetto al primo album hanno compiuto un enorme salto in avanti, merito forse anche del prezioso apporto del produttore Gavin Monaghan. I testi sono piuttosto accessibili, perfettamente orecchiabili, e adatti a questo progetto musicale. L’amore, i rapporti che si interrompono, gli incontri del destino, verità e bugie, riflessioni sull’esistenza. Di questo scrivono e cantano i Pipers. Stefano De Stefano sembra sempre molto coinvolto nelle sue interpretazioni, e probabilmente senza una voce come la sua sarebbe stato difficile incidere questo genere di album. Gli altri due componenti della band sono Stefano “Stoo” Bruno, che suona il basso e il mandolino, e Marco Magnacca, alla batteria. Stefano De Stefano oltre a cantare suona anche il piano e la chitarra.