È nell’Italia, quella rivoluzionaria e underground, quella dall’istinto anarchico e ribelle, che sfonda le barriere degli anni Ottanta per invadere le strade impervie dei Novanta, che lo spirito dei Ritmo Tribale si inserisce lasciando un segno indelebile fatto di follia crossover e traversate grunge, vocazione punk e attitudine hardcore.
È negli spazi autogestiti, nelle fanzine dell’epoca, nelle bobine di una cassetta del 1987 che nasce, con lo split assieme ai F:A.R. (Allegato Sonoro – Amen This Is Religgion N° 5), si sedimenta e cresce, scavando parole e suoni, rabbiosi, nervosi e sempre in bilico sulle note del declino, tra “esercizi di riscaldamento” (Bocca Chiusa – Radio Base 81 Records, 1988) e graffiti lontani (Kriminale, Vox Pop).
Mantra arriva nel 1994, mescolando l’urgenza e la grinta ritmica del passato ad aperture melodiche e ad arrangiamenti più ricercati, pronto a racchiudere l’urlo interiore che si espande a una generazione intera. L’album infatti abita nei sogni sfuggenti, in un grido di disincanto, nel vuoto del malessere, mentre graffi e carezze sonore su distorsioni lancinanti permeano l’intero l’ascolto. Il mix tra elettricità furente e istanti delicatamente decadenti si insinuano nella pelle e la trascendenza che evapora nel concreto dei testi carica di empatia l’intero disco, mentre l’inconfondibile voce di Stefano “Edda” Rampoldi ferisce, intaccando l’anima, e si incunea con quella di Andrea Scaglia per restituire intensi e crudi intrecci vocali.
L’ossessiva durezza ritmica sfocia nel destino dell’illusione (L’Assoluto) per sprigionare corrosioni blues su paesaggi dilaniati da un sogno (Amara). L’anima funky e delirante che insegue fantasmi (Buonanotte) cede poi il posto alla cover acida dai tagli metal de Il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano. Sogna è una ballata decadente e sghemba, La Mia Religione sposa asperità hard rock e lisergiche tastiere, Antimateria sfocia nel mare della psichedelia e tutto termina nella bufera punk di Ti Detesto II.
Un album dal respiro internazionale che ti abbraccia per poi schiaffeggiarti, in cui sangue e lacrime si fondono insieme e nel quale la musica appare nuda e tatuata, proprio come l’immagine di copertina. Oggi come allora, parafrasando un po’ un loro brano: quando finisce il giorno, è sempre un bisogno, amaro come un sogno ascoltare, ritrovarsi e perdersi nel mantra dei Ritmo Tribale.
A 22 anni dall’uscita, “Mantra” verrà pubblicato il 20 giugno da Spin On Black in 180 gr. gatefold, con booklet arricchito da una nuova impaginazione dei testi e foto dell’epoca riadattate alla nuova veste grafica. Il disco risplenderà di nuova luce anche grazie al lavoro di rimasterizzazione eseguito dall’ingegnere del suono Marc Urselli e alla grafica curata da Luca “Solo Macello”.