Giunti alla loro quarta fatica discografica gli Spidergawd continuano incessantemente a mettere il piede sull’acceleratore del suono. Con IV la band – formata da Bent Sæther e Kenneth Kapstad (rispettivamente voce/polistrumentista e batteria dei Motorpsycho), Per Borten (voce e chitarra dei Cadillacs e dei The New Violators) e Rolf Martin Snustad (sax degli Hopalong Knut) – restituisce infatti un album grintoso, deflagrante e sincero, coniugando hard-psych, blues, stoner e rock di matrice classica a una visione più contemporanea del tutto.
Un disco il loro impastato di precisione tecnica e sperimentazione, forse più blanda e mitigata rispetto ai precedenti lavori, che scava solchi profondi tra sporche allucinazioni Seventies e fredde penombre di modernità, conservando altresì una certa pasta melodica graffiante e corrosiva.
La sezione ritmica colpisce duro come un pugno in faccia; i riff di chitarra perforano le orecchie; le lacerazioni vocali penetrano le maglie sonore mentre delay, bending e distorsioni fanno da contrappunto.
L’ opener Is This Love? parte con ruvida grinta e I Am The Night sfiora destrutturazioni lisergiche. L’Oscurità si dirada tra le maglie del suono in Ballad of a Millionaire per poi tornare su melodie “ipercinetiche” in What You Have Become. Mantra sonori bui e melmose foschie ritmiche sfiorano The Inevitable e tutto infine scorre sulle note di Stranglehold.
Gli Spidergawd rimangono coerenti al loro percorso musicale guardando però al futuro. Un disco feroce e intenso nella sua pura autenticità.