Tradizionale, peculiare e straniante il suono di The Dust Dive, trio proveniente da New York che con questo nuovo “Claws Of Light” pubblicato da Own records giunge al secondo album. Il panorama sonoro di riferimento può essere facilmente individuato in un ambito folk piuttosto allargato, l’incedere storto e zoppicante delle melodie di The Dust Dive descrivono un suono rock narcolettico e ubriaco che, per quanto sembri familiare, li rende ugualmente poco convenzionali. Il nome dei Sebadoh viene in mente non solo per la presenza di Jason Loewenstein (che produce l’album) ma proprio per questo carattere particolare delle melodie di “Claws Of Light” (ascoltate “Starlet/Miss Brooklyn” per credere). Fin dal suggestivo attacco di “Babyface In A Pickup Truck” si resta piacevolmente spiazzati dalle chitarre languide e dall’organo saturo che accompagnano la voce di Bryan Zimmerman, autore di cantati-recitati suggestivi e vicini alle atmosfere dei rimpianti Van Pelt. Lo schema voce-chitarra-organo tuttavia, anche se integrato ora da un violino ora da un piano, ripetendosi sostanzialmente senza grosse sorprese per tutto l’album finisce per rendere l’ascolto un po’ faticoso e per costituire quindi il limite più evidente di “Claws Of Light”, album che in ogni caso resta un lavoro più che buono (anche se forse destinato prevalentemente agli appassionati del genere). The Dust Dive saranno in Italia per tre date a marzo.