Per Sergio Cerruti, presidente dell’AFI, Associazione Fonografici Italiani, il Natale di quest’anno non è di segno positivo. Il commento arriva a seguito della mancata approvazione dell’emendamento volto a ridurre temporaneamente al 4% l’IVA sui supporti fisici.
“Come troppo spesso accade, il periodo della Legge di Bilancio assomiglia sempre più ad un obiettivo di contenimento degli equilibri politici che alla volontà di promuovere misure di lungo raggio per far ripartire tanto il nostro settore quanto l’intero Paese” – continua il Presidente Cerruti – “Ci teniamo ad ogni modo, a ringraziare le forze politiche e, in particolare, il Presidente Nencini per aver supportato sino alla fine il settore della musica nella battaglia per la riduzione, seppur temporanea, dell’IVA. Una misura che cercava di dare respiro ad un settore che sta vivendo oggi un periodo di enorme criticità ma che da sempre non è adeguatamente inquadrato e valorizzato dalle Istituzioni”.
“In questi due anni, AFI si è messa ripetutamente in gioco presentando proposte concrete e mostrando la propria voglia di collaborare per far ripartire l’industria musicale italiana e renderla quanto più possibile competitiva a livello europeo e internazionale. La stessa Unione Europea ha da poco approvato il testo di compromesso sulle nuove regole in materia di Iva, aprendo alla possibilità di applicare l’imposta ridotta anche per il settore della cultura. Ci dispiace nuovamente notare che il nostro Paese non è attento alle nostre istanze, neanche quando le stesse provengono dai Ministri dell’Economia dell’Ue.
“Si è persa, nuovamente, l’occasione di approvare una misura da tempo attesa e condivisa dall’intero settore della cultura. Lo stesso rammarico infatti è espresso dal comparto dell’audiovisivo che, come noi, auspicava ad un cambio di passo da parte delle Istituzioni” – continua il Presidente di AFI Sergio Cerruti – “Un’indifferenza, quella del Governo, su cui non possiamo restare in silenzio. Continueremo pertanto a farci sentire per sostenere le nostre imprese, affinché il settore possa vedere riconosciuta quella auspicata normalità da troppo tempo rimasta inattuata”.