Il video musicale come forma d’arte. Sembra un concetto vicinissimo e lontanissimo. Youtube, Dailymotion, Vimeo, Vevo e le principali directory dedicate ai video hanno rilanciato il genere come prodotto promozionale destinato alla rete, ma come abbiamo detto più volte attraverso la rubrica dedicata ai videoclip, la rottura degli argini imposti dai palinsesti televisivi ha consentito una compresenza dei due aspetti.
Immaginarsi che non si sia mai fatto il tentativo di unire intrattenimento e ricerca già alle origini dell’era catodica è comunque un equivoco.
Un mese prima del lancio ufficiale di MTV, e uno dopo rispetto all’avvio di Mister Fantasy sulla RAI, ovvero nel giugno del 1981, la cable tv Usa Network inaugurava la diffusione di “Night Flight“, la prima trasmissione televisiva dedicata alla commistione tra video promozionali e arte, anche in termini squisitamente pragmatici.
Durante lo sviluppo della televisione tematica più famosa del mondo dedicata alla videomusica, “Night Flight” consentiva di vedere video altrimenti censurati o considerati fuori standard da MTV, con un occhio diverso e dedicato alla comprensione di prassi, linguaggio e strumenti.
Per chi volesse recuperare il tempo, i contenuti del canale sono stati rilanciati in una forma on demand simile a quella di Netflix. Attraverso il sito Night Flight Plus, oltre ad una serie di film horror, b-movies e documentari a carattere musicale, è possibile recuperare le vecchie trasmissioni degli anni ottanta.
In una di queste, il video artista John Sanborn, già noto dalla seconda metà degli anni settanta per le sue collaborazioni con Kit Fitzgerald (il seminale The Last Videotapes of Marcel Duchamp), partecipa ad un numero di “Night Flight” insieme a Dean Winkler, pioniere dei visual effects digitali.
Nella puntata andata in onda nel 1984 i due spiegano le funzioni del Paintbox, a tre anni di distanza dal lancio ufficiale dell’hardware prodotto dalla britannica Quantel. Il sistema, sperimentato in forma assolutamente pionieristica da Bowie e Mallet per il video di Ashes To Ashes, consente di combinare fonti grafiche eterogenee, interagendo con l’immagine “al volo” grazie alla tecnica del bluescreen e ad un sistema touch assolutamente innovativo.
Il Paintbox, che sarà utilizzatissimo anche in moltissime trasmissioni televisive di quegli anni, viene sfruttato da Sanborn insieme al sodale Kit Fitzgerald per il video di “Big Electric Cat“, nuovo singolo di Adrian Belew pubblicato per promuovere il suo primo album solista, “Lone Rhino”, uscito subito dopo “Beat”, il secondo capitolo della trilogia dei King Crimson inaugurata con Discipline e che vedeva Belew alla voce e alla chitarra, a fianco di Robert Fripp.
Proprio per il lancio di Beat, Sanborn aveva già realizzato il video di “Heartbeat”, utilizzando alcune funzioni del Paintbox, quelle meno pittoriche e maggiormente legate agli effetti traslucidi del movimento e del tracciamento.
Per “Big Electric Cat”, con l’assistenza di Winkler, Sanborn realizza uno dei primi esperimenti di immagine processata attraverso i sistemi di computer grafica e si sbizzarrisce in un piccolo saggio di video-pittura elettronica e di animazione digitale.