Il talentuoso Zavvo Nicolosi del collettivo Ground’s Oranges, dopo i recenti video diretti per Colapesce (Totale e Sospesi), torna con questa clip realizzata per i Baustelle e ancora una volta ispirata alle immagini della memoria. Al posto del cinema anni sessanta e settanta c’è l’immagine della musica di quegli anni. Andy Wharol, The Beatles (abbiamo appena approfondito Blue Jay Way che ha più di un punto di contatto), i formati ridotti, il grattage sulla pellicola, i fenomeni chimici che diventano metafora dell’iride e del viaggio percettivo. Una dimensione ancora “organica” nella relazione con il materiale, da cui emerge il ritratto di Danira Yermanova, modella e studentessa di scienze umanistiche all’Università degli studi di Catania, qui intrappolata negli strappi dell’immagine, come se all’acqua dell’Atalante si sostituissero i residui del materiale fotosensibile.
Tra un nero, il fascio di proiezione e la moviola che organizza il materiale, Veronica-Danira emerge dallo spazio lontano di una memoria tecnologica che sboccia, letteralmente, grazie al digitale.
Diversamente dallo straordinario Stefano P. Testa l’interferenza serve a inventarsi un mondo grafico più vicino al design, perfetto per la musica di Bianconi e soci, mentre per il geniale regista bergamasco la ricerca sull’immagine, a partire dalle sedimentazioni temporali, è una vera e propria ricerca sul nostro modo di guardare.
In ogni caso, molto suggestivo.