Prima di fondare i Big Audio Dynamite insieme a Mick Jones nel 1984, Don Letts aveva diretto otto video per i Clash, uno a testa per gli Psychedelic Furs, Elvis Costello, Eddy Grant, The Gap Band, gli Undertones e i Pretenders, oltre a un paio per i Musical Youth e per Bob Marley & The Wailers, costruendosi una videografia di tutto rispetto agli albori della nuova era “catodica”.
Non è quindi strano trovarlo nuovamente dietro la macchina da presa per la promozione di “This is Big Audio Dynamite“, primo album del progetto condiviso con Jones, dal quale trarrà tre video a partire da “The Bottom Line” del 1985.
E=MC2 è il secondo dei tre e spezza l’approccio di Letts al video performativo, mutuando l’estetica del sampling tipica dei B.A.D. sul piano visivo, una scelta che si affacciava timidamente nel found footage utilizzato per alcuni video dei Clash tra palco e strada e in quelli per Bob Marley realizzati a tre anni dalla sua morte.
E=MC2 esce nel marzo del 1986 e per il video si sceglie di utilizzare testo e immagini in modo da costruire un dialogo allusivo e celebrativo intorno al cinema di Nicolas Roeg, che durante l’agosto precedente era nuovamente nelle sale con il suo “Insignificance“, film prodotto da Jeremy Thomas e Alexander Stewart, adattato per lo schermo da Terry Johnson a partire da una sua stessa piece teatrale.
“Insignificance” si ambienta quasi interamente all’interno di una camera d’albergo di New York dove si avvicendano quattro personaggi, tra cui Marylin Monroe e Albert Einstein a cui Roeg dedica tutta la parte centrale del film, in una dissertazione tra tempo, materia, memoria e relatività.
L’omaggio roeghiano dei B.A.D. parte quindi dal titolo stesso del brano, per dipanarsi attraverso gli agganci inseriti nelle liriche, come innesco diretto per alcune sequenze tratte dalla filmografia del regista britannico. Con la combinazione audiovisiva i livelli sono quindi tre, perché alle liriche e al sampling audio già presente nel brano e tratto dai film di Roeg, si aggiunge un montaggio visionario che alterna alle immagini della band quelle di “Don’t Look Now”, “The Man Who Fell to earth”, “Eureka”, “Insignificance”. Mancano all’appello “Performance e “Walkabout”, oltre a “Bad Timing”, anche se i primi due rientrano nei riferimenti utilizzati dal brano, anche in forma audio campionata.
Più interessato alle forme del tempo e alla costruzione di un immaginario tra rito e magia, Letts cerca le analogie tra i film citati snidando alcuni dei motivi ricorrenti roeghiani, in quello che rimane uno dei video più visionari e potenti di tutti gli anni ottanta.
Somebody I never met
But in a way I know
Didn’t think that you could get
So much from a picture show
Man dies first reel
People ask what’s the deal?
This ain’t how it’s supposed to be
Don’t like no aborigine
Ritual ideas relativity
Only buildings no people prophecy
Time slide place to hide nudge reality
Foresight minds wide magic imagery