Matilda Finn aveva già lavorato con i Bipolar Sunshine per il video di Deckchairs, un fashion movie che pur andando dritto allo scopo, era contaminato da idee che le consentivano di sperimentare con i colori e i formati. Lost, il video per Danny Brown ci ha permesso di conoscere un’artista completa, perfettamente a suo agio con le possibilità di amplificare il punto di vista a partire dai nuovi dispositivi di ripresa. Proprio questi diventano i veicoli per un piccolo ed efficace saggio sulla claustrofobia quotidiana. Il video di Endless per Obongjayar conferma questa dimensione all’interno di un nightclub, dove il lavoro sulle luci e sui corpi è l’esempio di un videomaking concepito per la musica a partire dagli aspetti più sensoriali e sensuali.
Nella nuova clip per Bipolar Sunshine, Easy to do, la figura di una predatrice sessuale, succhia energia vitale ad uomini lobotomizzati, come agente di una mutazione più vasta. Si tratta di un video enigmatico e aperto a molteplici interpretazioni e che conferma il grande talento della Finn nel lavorare con i corpi, lo spazio e un immaginario borderline. La lotta tra forze oscure, nei video della Finn, è circondata da quel male di esistere all’interno delle grandi megalopoli. Non importa se le città rimangono fuori oppure se diventano parte della dimensione visiva esplorata, incarnate da un personaggio o dai riflessi su un vetro, perché sono sempre presenti, nella loro essenza e nel carico di energie che trasferiscono da un corpo all’altro.