venerdì, Novembre 22, 2024

Black Spiders – Son of the North (Dark Riders, 2011)

Un ragno, un gufo, uno squalo, una tigre ed una volpe insieme per suonare musica graffiante e spiccatamente grezza in un genuino ritorno all’hard rock e al Metal ottantiano. I Black Spiders sono Pete “Spider” Spiby alla prima chitarra e voce, Ozzy ‘Owl’ Lister alla chitarra, Mark ‘The Dark Shark’ Thomas alla (terza) chitarra, ‘Tiger’ Si Atkinson alla batteria e Adam ‘The Fox’ Irwin al basso. Con Sons of the North i Black Spiders rilasciano il primo album in studio, immettendosi nella scena hard con una fusione di rock e metal classico. Il gruppo si ispira apertamente ai grandi nomi del passato in una indiretta celebrazione della loro eredità musicale. I Black Spiders si formano a Sheffield, Inghilterra, e producono il primo EP nel 2008. Seguono due EP (a cadenza annuale), la partecipazione al Download per due anni di seguito, militanza ad High Voltage, Bloodstock e Sonisphere, un tour con gli Airbourne (acclamati dalla stampa in cerca di numeri come potenziali eredi AC/DC) e l’ iTunes Festival nel 2011 al fianco di Ozzy Osbourne. E’ giunta l’ora per il quintetto di pubblicare il primo album in studio, Sons of the North, un condensato puro di stoner ed hard rock che strizza l’occhio tanto ai primi Sabbath quanto agli AC/DC. I Black Spiders come si diceva miscelano con disinvoltura metal classico, e un gusto per il riff in puro stile old school. Si passa da brani più nervosi come l’apertura di Stay Down a brani più sinuosi come Easy Peasy in cui una voce femminile fa da controcanto alla parte vocale di Spiby. Non mancano donne motori, zz top e una certa sporcizia Southern mitigata tutto sommato dall’eco dei Motley Crue, basta prendere un brano come  Just Like a Woman per pensare alla struttura di Dr. Feelgood. Sono richiami rintracciabili nel muro chitarristico di Mans Ruin, nella sinistra S.Peter e in Blood of the Kings, dove Spilby ci minaccia: “Blood on the rocks / Blood on my hands / Bloodied and broken”.

 

Fabiana Giovanetti
Fabiana Giovanetti
Giovane senza patria, Fabiana si definisce una scribacchina in erba, ancora acerba ma con armadi pieni di sogni scarabocchiati su post-it colorati. Vive in Inghilterra e ci lavora, frequentando l'ambiente discografico

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