La provocazione di The Hour e Ben Strebel gioca con il linguaggio dei social media, rovesciandone radicalmente i principi comunitari. Le maschere che spersonalizzano l’identità del collettivo nei loro set live, vengono utilizzate dal talentuoso regista per elaborare un’elegia negativa sulle condizioni politico-sociali della Gran Bretagna contemporanea. Assenza di diritti e di libertà consentono di osservare questa comunità dedita a pratiche estreme con un occhio libero da pregiudizi a partire dal loro anonimato ostinato. Questa condizione viene esaminata con un propellente utopico, perché in una società dominata da pulsioni distruttive e nichiliste, l’unica salvezza è chiudere la finestra dei social media.
Ben Strebel ha diretto video musicali, spot pubblicitari e prodotti più orientati alla fiction. Nato in una famiglia già impegnata nel cinema e figlio di un direttore della fotografia (Lukas Strebel), si cimenta con il video sin dalla tenera età di undici anni. Edinburgo diventerà la sua città d’adozione durante gli studi. Maturerà una passione insana per il cinema e tutto quello che ci gravita intorno, producendo molto advertising per marchi come Nike, Lexus, Apple e realizzando videoclip per musicisti come Naughty Boy, Phoenix, Animal Kingdom, Clock Opera. Spesso vicino a temi sociali, declinati con uno stile tra il documentario e il linguaggio metaforico, i suoi video riescono a identificare un “punctum” originale proprio a partire da quello che definiamo come cinema della realtà. Ha prodotto anche “No Refugee” per Parisi, dove ha seguito il percorso difficile dei rifugiati. Ben è tra gli artisti promossi da Skunk