Gabriele Ottino e Paolo Bertino collaborano da molto tempo insieme. Sia nel collettivo Superbudda che come Sans Film, la sigla con cui hanno firmato numerosi videoclip per Subsonica, Paolo Saporiti e ovviamente Niagara, il progetto elettronico che Ottino stesso condivide insieme a Davide Tomat. Con Andrea Laszlo De Simone collaborano dai tempi di “Vieni a Salvarmi” e hanno proseguito con “Gli uomini hanno fame“. Il nuovo “Conchiglie” ha più di un elemento in comune con “Vieni a salvarmi”. Il primo riguarda il coinvolgimento di Sergio Rubino come attore, il secondo il personaggio del naufrago con impermeabile giallo, al centro di entrambi i video. Non è cieco in “Conchiglie” e rispetto all’astrazione acquatica del primo video, cerca un contatto diretto con la terra, appena dopo essersi salvato. Dalla qualità amniotica di “Vieni a Salvarmi”si passa ad una del tutto sensoriale e aptica, per poi trapassare nuovamente nel bianco dell’atmosfera che nuovamente acceca l’immagine. Attardarsi sulla continuità narrativa tra i due video sarebbe peregrino, quello che è interessante è quanto nei due lavori, la vita e la morte cambino continuamente posizione e punto di osservazione.
Ottino e Bertino dimostrano ancora una volta di saper lavorare magistralmente con lo spazio, qui contratto nelle linee naturali delle rocce, in quelle geometriche del pavimento, nel corpo provato di Rubino che si trascina lungo un percorso di sassi e granito. Come spesso accade nelle loro produzioni, i due registi riescono a ricavare il massimo di astrazione dalla realtà e al contrario, un alto livello di concretezza dal sogno.