Sul talento e la videografia di Matilda Finn torneremo presto. In questa sede ci basta citare il suo meritatissimo premio agli UK Music Video Awards del 2017 come miglior regista emergente.
Il suo è uno stile unico, votato ad una narrazione surreale e psichica, in grado di trovare nuove connessioni con la materia musicale. Dopo aver collaborato con Sophie Hunger, Jay Rock, Rosie Lowe, Danny Brown e molti altri, esce il suo video realizzato per Apparat intitolato “Heroist“.
Introdotto da una citazione Orwelliana, tratta dal suo penultimo lavoro “Senza un soldo a Parigi e a Londra“, introduce il senso della ricerca con un’immagine chiarissima del limite: “E c’è un’altra sensazione che dà grande conforto nella miseria . scrive Orwell nel 1933 – una sensazione che tutti quelli che sono stati poveri in canna hanno provato, credo. E’ la sensazione di sollievo, quasi di piacere, che dà il sapersi, infine, veramente allo stremo. Tante volte si è parlato di andare in rovina; ed ora eccola qui la rovina, ci si è arrivati e si è in grado di sopportarla. E questo elimina un sacco di angosce”
Girato e preparato in due mesi di lavorazione, il video della Finn utilizza 934 foto animate secondo un procedimento che si riferisce solo apparentemente alle tecniche stop-motion. L’approccio è decisamente markeriano e tende a creare una frattura tra il tempo del racconto e quello esperito attraverso l’avvolgente brano di Apparat. L’umanità e la ricerca di un significato sono alla base di questi bozzetti scollegati tra di loro. Si evidenzia allora una dimensione duale, dove dall’oscurità e da un gesto tra mille altri, può arrivare anche la speranza.