Asolo Art Film Festival arriva all’edizione 2019 dal lontano 1973. Grazie al talento e alle capacità di Cosimo Terlizzi che lo dirige, il festival più antico tra quelli dedicati al rapporto tra Cinema e Arte integra una serie di sezioni che affrontano la paura e il disorientamento (percettivo e umano) nei confronti del dispositivo in un’epoca di transizione come questa. “Il cinematografo mi fa paura” è la frase ispirata all’esperienza di Eleonora Duse nella sua brevissima esperienza con il Cinema, che Terlizzi utilizza come spunto per parlare di nuovi formati, nuove ibridazioni, nuovi territori apolidi tra Arte e Cinema, dove i due fattori hanno mutato profondamente spazi, dispositivi e pubblico di riferimento.
Tra le ampie sezioni dedicate ai film sull’arte e all’arte nei film, di cui abbiamo parlato da questa parte, è presente anche un contenitore non competitivo dedicato ai videoclip e curato dal filmmaker e Critico Cinematografico, Michele Faggi.
“10 corpi possibili tra suono e visione” è la selezione che Faggi ha messo insieme cercando elementi e linguaggi in grado di testimoniare lo stato dell’arte del videoclip contemporaneo, più di prima sottoposto ad una cornice espansa come quella delle piattaforme di condivisione, ma allo stesso tempo incubatore di vecchie idee, rilanciate verso nuovi territori tra reale e virtuale, dove gli innesti sono sempre più ibridati.
Gli artisti coinvolti vanno dal Giappone a Israele, dall’Italia agli Stati Uniti, dalla Germania alla Svezia.
La sezione videoclip sarà programmata domani 20 giugno presso Asolo Film Festival, dopo l’evento di inaugurazione, alle 21:45 presso il cortile del testro.
Questa una mappa per orientarsi al Festival
Le opere scelte da Faggi per la sezione VIDEOCLIP di Asolo Art Film Festival sono:
- .MP4 di François Grumelin-Sohn aka Kadavre Exquis
- Cloud of Hate di Taiyo Kimura
- Eros di Marion Bergin
- Fragments di Marco Brancato
- Kittone di Sivan Kidron
- Kulning di VAGA aka Valentina Galluccio
- Medicine di EXTRAWEG aka Oliver Latta
- Nuddu Ca Veni di Giovanni Tomaselli e collettivo Cinepila
- Rapin* di Gustaf Holtenäs
- Used to Be in Love di Schall & Schnabel