Nella metafisica oscura e a perdita d’occhio dei paesaggi di Enrico Pantani, si sperimenta quel mondo di transito tra realtà e sogno, dove la figura umana viene sovrastata da un’inesorabile desertificazione dell’immagine. Può sembrare un paradosso, ma il “niente” o il “vuoto” dipinto dall’artista toscano, ha un’imponente consistenza ricercata negli acquerelli, quando la percezione si dilata oltre i bordi e la vastità di uno spazio inafferrabile diventa tutt’una con l’apparenza del tempo stesso.
Interessante che la collaborazione con Massimiliano Larocca, sodale da qualche anno, sia approdata all’animazione con l’aiuto del musicista e bassista Diego Woz Ribechini, già negli Etruschi from Lakota.
Nella lotta con i residui della memoria sollecitata dal testo di “Cose che non cambiano“, vengono rimessi insieme i resti di una realtà lontana, ma di cui si cercano ancora verità brucianti.
I flussi e i getti di colore strabordante che dilatano corpi e forme nella pittura di Pantani, vengono sottoposti ad un’animazione essenziale, basica, ma allo stesso tempo assolutamente radicale, come gli acrilici su pellicola o i grattages del cinema sperimentale, seguendo quelle intuizioni che da Ginna, Veronesi, Carpi ci portano verso i neopittorici dell’animazione italiana degli ultimi anni, per come intelligentemente l’ha intuita Gianalberto Bendazzi.
In “Cose che non cambiano” si cerca di comprendere la vastità, anche concettuale, dei lavori di Pantani, con una serie di interventi minimi. Un lessico essenziale che con la sovrimpressione, la dissolvenza, la sfocatura, non elimina il “rumore” dell’immagine, ma al contrario ne esalta le qualità, come morfema (graffi, puntini, tracce, residui) capace di mostrarci il processo della mutazione.
“Cose che non cambiano” è tratto dal nuovo album di Larocca “Exit/Enfer” realizzato con la produzione artistica di Hugo Race e la partecipazione di Howe Gelb (leggi l’intervista su indie-eye) , Enrico Gabrielli, Don Antonio, Lorenzo Corti.
Massimiliano Larocca – Cose che non cambiano – video di Enrico Pantani e Diego Woz Ribechini
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