I norvegesi MoE con il nuovo “Examination of the eye of a horse” allargano le loro influenze alla musica proveniente dal Giappone collaborando con il loro conterraneo Jørgen Træen, già con artisti pop come Sondre Lerche e altre realtà dello stesso tipo. È grazie a lui che emergono caratteristiche nascoste nell’economia sonora della band. Da questo punto di vista, considerati i lavori di Jørgen Træen, non stupisce la deriva maggiormente “pop” dei MoE che ci consegnano uno degli album più concisi, comunicativi e potenti della loro carriera, a conferma che maggiore accessibilità non sempre significa minore qualità.
In anteprima lancio per Indie-eye presentiamo il video tratto dal nuovo singolo dei MoE, intitolato Wild Horses
Girato da Greg Pope, il video mostra un cavallo sullo sfondo di una serie di panni stesi al vento. La visione viene compromessa dal movimento degli stessi; è il vento che in qualche modo mostra e nasconde l’orizzonte e la visione degli equini. Pope lavora molto con la distorsione dell’immagine, manipola, zooma e rende irriconoscibile il visibile, proprio per raggiungere il suo opposto: quello che è difficile scorgere.
MoE, wild horses, il video ufficiale di Greg Pope
Pope è un autore che si è dileggiato con il punk e che ha fondato un paio di collettivi di ispiraziopne situazionista, il primo chiamato appunto ‘Situation Cinema’ (Brighton 1986) e il secondo ‘Loophole Cinema’ (Londra, 1989). Ha curato installazioni, visual per i live e live art in genere, sin dal lontano 1996. “Light trap” e “Cipher Screen” sono due suoi lavori che includono performance live oltre ad una serie di inserti filmati in 35 mm. Tra le varie collaborazioni che vanta nel curriculum, ci sono quelle con Lee Paterson, John Hegre, Lasse Marhaug, Okkyung Lee.