“Breach” è uscito da tre giorni e in due mesi scarsi Fenne Lily e la Dead Oceans hanno pubblicato tre video per promuoverlo. Stili e approcci diversi che in modo altrettanto eterogeneo riflettono e respingono il regime emergenziale causato dalla crisi epidemiologica Covid-19.
La cantautrice del Dorset ha ri-scritto il suo secondo album in una condizione di isolamento berlinese, poco prima del lockdown imposto, elaborando un diario intimo e personale slegato e allo stesso tempo, legato al momento attuale.
Una spinta che si avverte anche nei tre video commissionati, a partire da “Alapathy“, diretto dallo straordinario Benjamin Brook, giovane regista bristoliano dal grande talento, che ha realizzato una serie di video tra live, documentario e backstage per Crack Magazine, davvero splendidi e concepiti con una modalità “raw” che ci ha sorpreso moltissimo.
La combinazione quasi “mixed media” del suo lavoro la ritroviamo anche nella clip girata per Fanne Lily, realizzata con la combinazione di formati eterogenei, a metà tra il videodiario personale e la creazione di un universo fittizio. La dimostrazione che si può realizzare un video in condizioni emergenziali, inventandosi un linguaggio o un territorio di transito, tra realtà e astrazione, istante e sguardo, mezzi prosumer e videomaking d’autore. In particolare è l’elemento fotografico 35mm ad emergere in tutti i lavori di Brook come uno strato che complica la visione del digitale a bassa definizione, creando un dinamismo tra ritratto pop e introspezione.
Il londinese Henry Dunbar, giovane animatore e autore del corto “Pollock”, premiato e presentato in numerosi festival di settore, da vita alle liriche di “Berlin“, applicando la forma del lyrics video ad una serie di oggetti legati alla vita quotidiana. Le relazione tra lettering e “sketch” racconta l’isolamento attraverso la germinazione di un nuovo sistema di segni, dove l’oggetto deve acquisire nuovo senso, rispetto al peso visibile / invisibile che assume durante l’uso comune.
Il terzo e per il momento ultimo video realizzato per promuovere “Breach” è realizzato da Tom Clover, autore che proviene dall’advertising e che per King Charles aveva diretto “Deeper Love / Freak“, clip in odor di fashion movie. “Solipsism” è forse la clip più esplicita nel definire il confine tra pubblico e privato. La stessa Fenne Lily l’ha diffusa attraverso i social descrivendo quella sensazione di vuoto che non ci consente di lasciare il nido ricreato all’interno del proprio isolamento.
Al posto di una casa, Clover sceglie la location di un superstore, capitalizzando la sua esperienza nell’advertising per il taglio e il lavoro sul colore. La direzione della fotografia è affidata al portoghese Fabio Mota, uno dei DOP più richiesti, stanziati a Londra.
Mentre tutto l’apparato estetico procede verso la pubblicità, le liriche di Fenne Lily delineano l’anti-manifesto per questi terribili mesi, uno straordinario viaggio nella solitudine collettiva e nell’improvvisa capacità di astrarsi dallo spazio quotidiano. La merce che ci circonda, perde di senso.