Alex Herron ha respirato cinema fin dalla prima adolescenza; a 15 anni girava sugli elicotteri dove la madre lavorava con le Wesscam, le speciali camere montate sui velivoli, e guardava meravigliato il lavoro del patrigno, Peter, attivo nell’industria degli effetti speciali Losangelina. Con questo Background Herron ha realizzato un buon numero di videoclip negli ultimi cinque anni, legati per lo più alla club culture commerciale e con un senso per la coreografia di corpi e spazi a metà tra l’advertising “perfetto” degli anni ’80 e l’iperrealismo del musical; si prenda come esempio uno dei video realizzati dal regista di Los Angeles per Taio Cruz, Dynamite, ambientato in un’autorimessa collocata nel deserto, e a metà tra il clip e le pubblicità per “automotive” della seconda metà degli ottanta; movimento, velocità, superfici levigatissime, spazi aperti e con un orizzonte infinito.
Il nuovo video pubblicato in questi giorni per Robbert Van de Corput, meglio conosciuto come Hardwell, è uno dei suoi migliori. Si appropria in modo se si vuole superficiale, ma molto efficace, delle tecniche di Djing per costruire una sorta di “advert” espanso tra urban style e visione “kolossal” della stessa città. Non mancano le riprese aeree, ormai nel Dna formativo di Herron, e sopratutto la volontà di costruire un racconto epico tutto basato sul movimento per il movimento e la superficie per la superficie, fino ad arrivare ad una grande, potente, venue globale.