Mi sono imbattuto dopo piú di 30 anni nel video di “Hip to be square’. L’effetto è stato vertiginoso rispetto alle prime visioni durante le heavy rotation della toscana Videomusic, dove dal 1984 quelli della mia generazione assorbivano tutto quello che c’era da vedere in ambito videomusicale. I commenti dei millenials sul canale vevo di ‘Huey Lewis and the news’ mi sono sembrati irritanti e centratissimi allo stesso tempo. Quella visione, per loro assolutamente comune e frequente considerati i dispositivi attuali, era assolutamente extra-ordinaria nel 1986; un vero e proprio ‘viaggio allucinante’, o per rimanere vicini a quegli anni e a quelle stesse intuizioni, un ‘salto nel buio’.
Per il secondo singolo tratto da ‘Fore!’ il quarto album di Huey Lewis and the news pubblicato nel 1986, i geniali Kevin Godley e Lol Creme realizzarono un incredibile videoclip, applicando gli strumenti allora disponibili per la macrofotografia scientifica e di norma impiegati nelle ispezioni endoscopiche. Il funzionamento era simile alle ‘lipstick’ camera per uso industriale, dove l’endoscopio combinato con un boroscopio, ovvero un tubo flessibile insieme ad una microcamera , consentiva e ancora oggi consente le esplorazioni nei recessi piú inaccessibili, come per esempio il tubo di scarico di un lavandino.
Il risultato finale, nel caso di ‘Hip to be square’, anticipava l’uso delle body e delle action camera piazzate sull’asse del movimento di oggetti, strumenti, arti, riscrivendo di fatto la centralitá della performance e decostruendola attraverso dettagli analitici, quello che in buona sostanza accade oggi grazie agli strumenti ‘smart’ che consentono una prossimità diversa ai soggetti, anche in virtú della loro portabilità.
Le stesse boroscope camera, per esempio, sono adesso interfacciabili via USB con qualsiasi dispositivo mobile.
In anticipo di trent’anni, il duo di geniali videasti fa penetrare l’occhio indiscreto ovunque, mappando in modo totalmente inedito il set di una performance.
La camera può avvicinarsi in modo estremo ai volti, diventare tutt’uno con le bacchette del batterista, esplorare i peli della barba del bassista, fino ad entrare dentro la gola di Hugh Anthony Cregg III, aka Huey Lewis.