Il sound so 90’s di Jey Lewn suggerisce anche un’immaginario estetico legato a quella rebirth of cool britannica che nei videoclip collocava il performer in un’esplorazione soggettiva della città. Grandi camminate suburbane, coolness e l’immagine promozionale dell’artista al centro di tutto. Forse questa centralità non è più possibile se non attraverso un filtro in grado di giocare con quei residui. E il video di Will Clark sembra proprio questo. Un primo piano “corrotto” dai glitch dell’immagine digitale, layers che separano i valori dello spettro colorimetrico, un collage che spezza volti e corpi attraverso splitting furibondi, fino alla rilettura di quei video di cui parlavamo, decostruiti in un loop tra movimento e colore, che trasformano il video/ritratto in un’esperienza fratturata dalla percezione del flusso digitale.