domenica, Novembre 24, 2024

One Horse Band – I won’t pay – il video diretto da Erika Errante: Tra Escher e surrealtà quotidiana

Erika Errante torna a “colpire” e lo fa con uno dei suoi video più ispirati. “I Won’t pay”, realizzato per One Horse Band si avvale della collaborazione con Pierfrancesco del Seppia (colorist
e aiuto regia), sodale della videomaker di origini genovesi, per ricreare quella caduta in un mondo immaginale che attraversa un po’ tutta la sua videografia. Interpretato dalla ballerina e performer Diletta “Didi” Brancatelli e dallo stesso One Horse Band, musicista milanese da poco di nuovo in pista con il nuovo “Keep On Dancing” pubblicato da Area Pirata Records.
Abbiamo intervistato Erika sul making of del video e ne è venuta fuori la testimonianza accurata di un metodo di lavoro rigorosissimo che parte dal testo, ne interpreta il senso e lo traduce in un mondo immaginale che a un certo punto vive di vita propria. Tra gli aspetti più interessanti del lavoro, la relazione tra location ed innesti digitali, intesi come un vero e proprio prolungamento “aumentato” e mutante dello spazio filmato. Al solito, la Errante riesce ad essere concettuale con la massima trasparenza, mantenendo un alto livello di artigianato nel suo lavoro.

One Horse Band – I won’t Pay – Dir: Erika Errante

One Horse band – I won’t Pay – il making del video, una conversazione con Erika Errante

Erika, da dove nasce l’idea del video di “I Won’t Pay” e soprattutto ci racconti l’evoluzione dello script?

Quando ho ascoltato per la prima volta “I won’t pay” di One Horse band mi è risultato subito chiaro l’intento del musicista. Immaginiamo la fase rocambolesca di una relazione coi toni drastici e esasperati del litigio perfetto. Quello che può scaturire da un nonnulla, da uno sguardo o da un gesto quotidiano come appunto, contendersi una saliera. Per quanto scanzonato, il brano descrive bene la collisione di due caratteri non in sintonia ed era una buona occasione per provare a dare una forma ed esorcizzare il momento irrazionale in cui si scontrano, come animali infuriati, le frustrazioni di due persone provate dal loro rapporto. In un dissidio si dicono cose grosse, perfino false o non realmente pensate al solo scopo di ferire l’altro e così, dal piano concreto, la discussione trascende il surreale, l’onirico e come in questo caso, approda a costruzioni impossibili. È significativo pensare come, talvolta, fermandosi un attimo, potremmo godere della surrealtà e dell’ironia di certe affermazioni o di un certo tipo di linguaggio, ma proprio come i personaggi del video, continuiamo ad inerpicarci e suonarcele di santa ragione, incuranti delle geometrie impossibili che abbiamo costruito intorno.

Sulle location scelte. Come hai lavorato per far interagire set reale e set virtuale. C’è un’organicità molto forte, oltre ai riferimenti espliciti ad Escher. A quali altri riferimenti hai pensato?

Assieme al musicista, abbiamo cercato una location fantasma che mantenesse intatta, malgrado i segni del tempo e dell’incuria, la propria signorilità. Serviva una cornice allo stesso tempo decadente ma dignitosa, che amplificasse come un riverbero lo stato di salute della relazione sentimentale dei protagonisti ed abbiamo individuato questa splendida villa abbandonata nel vercellese. L’altro set, quello delle geometrie impossibili, è influenzato inevitabilmente dall’estetica di Escher, dai saliscendi di scale e dalle sovrapposizioni architettoniche, che sono state realizzate campionando e moltiplicando elementi fotografati nella villa stessa. Questa parte è stata pensata e girata tutta in green screen, allestendo in un altro spazio il nostro “studio mobile” e poi editata in post. I collegamenti luminosi tra i due mondi sono stati invece realizzati direttamente nella villa, con l’ausilio di alcuni “passaggi” in chroma key che abbiamo costruito appositamente per le riprese ed allestito sul posto.

Qualche informazione sugli attori coinvolti

Essendo questo video basilarmente una colluttazione, come ogni “action movie” che si rispetti, necessitava di un certo uso della fisicità nella recitazione. Dopo una scrematura di oltre 300 proposte tramite casting online, abbiamo individuato Diletta “Didi” Brancatelli, bravissima ballerina di danza contemporanea e performer, che non si è assolutamente risparmiata in fase di ripresa nell’interagire con la propria controparte. L’altro attore, con la testa di cavallo è, appunto, il musicista: One Horse Band. Giocando proprio sull’ironia paradossale e sul delirio, in una parte del video, vediamo Didì che cavalca letteralmente One Horse Band, tappandogli il muso con un cilindro di paglia da cavallerizza.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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