La double feature di Pablo America serve al cantautore Torinese per promuovere la doppia anima del suo progetto, mentre Bendo Films, che integra tutto nell’unità di un solo ritratto intimo, lavora sugli spazi chiusi, per aprirli improvvisamente alla visione psicotropa.
Il risultato è interessantissimo, perché da una parte conferma in modo più esplicito la vocazione del collettivo di creativi per la videoarte e l’arte in genere, dall’altra per il modo in cui questo aspetto si fonde con il design visuale.
Tutto ciò che ricorda i colori, il punto di vista e i temi del primo Wong Kar-wai, coincide con la destrutturazione di questi stessi elementi in tutta la seconda parte del video, dove i neon che infestano la cinematografia tra ottanta e novanta, si fondono in uno spazio combinatorio digitale, che mantiene gli elementi costitutivi di quello analogico.
Glitch e corruzione dell’immagine digitale insieme al rumore bianco di uno schermo televisivo e agli effetti video-feedback e ai grandangoli spintissimi, dove la dissoluzione del Sé psichico segue parametri visivi molto precisi; una lotta tra incorporazioni, dati ed elettricità.