Nella breve e creativamente vorticosa stagione promozionale che precede la pubblicazione di “A secret Wish“, l’album dei Propaganda pubblicato nel luglio del 1985 dall’allora giovane ZTT Records e recentemente ri-stampato in una doppia versione Deluxe (CD e Vinile) dalla BMG, l’uscita progressiva e la qualità dei video musicali racconta meglio di qualsiasi altra cosa il clima conflittuale in cui l’album fu concepito.
Mentre Dr. Mabuse viene lanciato nel 1984 con un’immagine fortemente voluta da Paul Morley e che sarà in parte mitigata da quella confezionata per l’album sempre delineata dal lavoro fotografico di Anton Corbijn, il contributo di Trevor Horn si concentra per un anno intero sul lancio dei Frankie Goes To Hollywood, tanto da lasciare indietro la band di Ralf Dörper, Andreas Thein, Susanne Freytag e la neo aggiunta Claudia Brücken.
L’unico brano prodotto interamente da Horn rimarrà poprio Dr. Mabuse, gli impegni del produttore inglese con i Frankie e gli Art of Noise lo spinsero a mettere da parte i nativi di Düsseldorf provando in prima istanza a delegare la produzione nientemeno che a David Sylvian. L’ex Japan aveva appena pubblicato il suo primo lavoro solista intitolato “Brilliant Trees” e nonostante il rifiuto, contribuì alla registrazione di p:Machinery, quello che sarebbe diventato il terzo singolo di “A secret Wish” veicolato dallo splendido video di Zbigniew Rybczyński di cui abbiamo parlato approfonditamente qui su indie-eye
Il contributo di Sylvian si limita ad un intervento di tastiera e alla costruzione della melodia sul verso “on joyless lanes we walk in lines / a calm but steady flow“; l’eco dei Japan è fortissimo, ma l’artista inglese ricorda vagamente le session di registrazione pur confermando alcuni contributi in termini di arrangiamenti.
Le scelte di Horn e di Jill Sinclair, fondatori storici della ZTT insieme al giornalista Paul Morley, virano su un collaboratore e protégée di Horn stesso, Stephen Lipson, che di fatto produrrà quasi per intero “A Secret Wish“.
Propaganda – Duel, il video di Paul Morley e John Scarlett-Davies
Il secondo singolo ad uscire, ad un anno di distanza e due mesi prima della pubblicazione dell’album è Duel, pubblicato nell’aprile del 1985 in parallelo all’heavy rotation del video su MTV.
Non è un caso che questo venga co-diretto, insieme a John Scarlett-Davies, proprio da Paul Morley, marito di Claudia Brücken e in aperto contrasto con alcune idee di Trevor Horn sin dall’inizio dell’avventura Propaganda, come avevamo già raccontato da questa parte.
L’immagine centrale è ovviamente quella della Brücken; diversamente dall’impianto visivo messo insieme da Corbijn e successivamente da Rybczyński, autori con una visione e un immaginario troppo forte per essere addomesticato, la clip di Duel è certamente più in linea con la deriva dei video narrativi che occuperà i palinsesti a metà del decennio, anche se Morley ce la mette tutta a riempire le immagini e allestire il set con riferimenti che in qualche modo possano restituire quell’immagine “avant-garde” su cui aveva puntato sin dall’inizio. Accoglie quindi le sollecitazioni industrial e mittleuropee della band al proprio esordio, dalla militanza nei Die Krupps di Ralf Dörper fino alla cover di Discipline dei Throbbing Gristle, quella Disziplin che di fatto sigla il loro esordio già come un tentativo di rendere fruibili, popolari e vicini al clubbing coevo elementi e influenze altrimenti destinate al circuito underground, attraverso l’esperienza e il filtro “robot-pop” già elaborato dai concittadini Kraftwerk un decennio prima e la fusione new-wave/elettronica/punk operata dai DAF e da tutta la Neue Deutsche Welle.
Disziplin, i Propaganda in Germania prima di “A secret Wish”
Rispetto ai video convenzionali di Scarlett-Davies, che aveva debuttato collaborando con Scritti Politti e The Alarm con una serie di episodi semplicemente performativi, Morley colloca i Propaganda in un set mutuato dall’iconologia più tipica di Salvator Dalì , desumendone le distorsioni prospettiche per poi costruire una storiellina noir con il piccolo merito di aver compreso la trasfigurazione di quelle idee con una semantica più vicina a quella del musical, dove il passaggio da uno spazio all’altro viene elaborato senza soluzione di continuità con la mutazione delle forme e del movimento, alla ricerca di piccole sinestesie tra suono e immagine, con la scusa o se si vuole, la scorciatoia della dimensione onirica.
C’è quindi spazio per tutto, persino per una reinvenzione del “Repulsion” Polanskiano con la saturazione cromatica degli horror craveniani, posta al centro da Morley come attrattore principale delle liriche del brano, decostruzione malinconica della memoria romantica, descritta come riflesso negativo e immagine della menzogna; una dimensione poetica che ritorna in tutti i brani di “A secret wish”, nel dissidio tra parola e tecnologia post umana, futuro anteriore e storia delle immagini.
Con mezzi meno “radicali” di quelli impiegati da Corbijn, Morley mette in scena un continuo attraversamento di rispecchiamenti, una messa in abisso dello stesso statuto della Brücken come “pop diva”, proprio nel momento in cui si cerca di costruirne l’icona a dispetto delle intenzioni della band. Il video di Duel rappresenta in questo senso una cicatrice aperta, voluta o non conta ben poco, dove emerge la frammentazione dell’immagine, in senso quasi Hockneyano, il riflesso e non la sorgente, la fessura tra la tela e l’ordito.
Duel segna anche la crisi interna ai Propaganda stessi, perché il sospetto che Morley stia favorendo la moglie è fortissimo tra gli altri componenti e decreta di fatto i primi dissapori, anche contrattuali, già prima della pubblicazione di “A secret Wish“.
A conferma di questo, la collaborazione tra Claudia Brücken e Glenn Gregory, voce principale degli Heaven 17, per la registrazione del duetto “When Your Heart Runs Out of Time” brano realizzato con la produzione di Midge Ure degli Ultravox e scritto da Will Jannings, autore sospeso tra country-pop e standard hollywoodiani, conosciuto tra le altre cose per l’oscar ottenuto con “My Heart Will Go On“, brano utilizzato per la promozione di “Titanic“, il film diretto da James Cameron.
Il singolo viene pubblicato dalla ZTT a ridosso di un mese rispetto all’uscita di “A secret Wish“. Lo scopo è la colonna sonora di un film di Nicolas Roeg, “Insignificance“, sull’incontro immaginario tra Albert Einstein e Marylin Monroe in una camera d’albergo, braccati dal senatore Joseph McCarthy. Il brano comparirà poco dopo nel disco “Shape Of The Universe: A Souvenir Of Insignificance“, soundtrack atipica sempre su label ZTT, dedicata al capolavoro di Roeg e pubblicata lo stesso anno (1985), che oltre ai brani di Hans Zimmer e quelli di Stanley Mayers, contiene le voci di Theresa Russell e Tony Curtis, protagonisti del film, altre bizzarrie come la Jupiter Suite di Gil Evans ed infine il duetto tra la Brücken e Gregory, laddove la versione che apre il film è quella interpretata da Will Jennings stesso.
Gregory, la Brücken e i rispettivi consorti si frequentavano assiduamente sin dai tempi del video diretto da Corbijn per Dr. Mabuse, dove Sarah Gregory, moglie del cantante degli Heaven 17, si era occupata del make-up per il noto regista olandese.
Di “When Your Heart Runs Out of Time” esistono due clip “invisibili”, realizzate secondo una strategia piuttosto diffusa in quegli anni e che Morley aveva voluto anche per il video di Dr. Mabuse; di quest’ultimo, oltre alla versione diretta da Anton Corbijn ne esiste infatti una seconda con la band in studio, mentre sullo sfondo scorrono le immagini langhiane utilizzate nel primo video in forma ri-mediata.
Per il pezzo di Jannings, Morley realizza una cosa molto simile. Il primo è un semplice video di montaggio realizzato con una selezione di immagini tratte dal film di Nicolas Roeg, mentre il secondo è girato sulle scale d’ingresso di una sala cinematografica dove si proietta proprio “Insignificance“. L’idea fu di Morley stesso che costrinse all’ultimo secondo i due interpreti a posizionarsi davanti all’uscita della sala, pronti ad esser filmati in lip sync un momento prima dalla fine del film e quindi dell’arrivo della folla. Il tutto più di dieci anni prima rispetto al video flash mob di Fatboy Slim, il noto “praise you” realizzato da Spike Jonze insieme a Roman Coppola.
Tutto questo come dicevamo ad agosto 1985, ad un mese dall’uscita di “A Secret Wish“, il cui “miracolo” diventerà una cosa diversa già con i remix di “Wishful thinking” usciti l’ottobre successivo, raccolta voluta da Morley e sostanzialmente pubblicata senza il consenso della band tranne la solita Brücken.
Nei primi mesi dell’86 Morley verrà licenziato dall’etichetta per dissapori con Horn e la Sinclair e a ruota i Propaganda rescinderanno il contratto con la ZTT, ponendo fine ad una breve ma intensa stagione creativa, assolutamente irripetibile, nell’ambito della musica e dell’immagine pop tout court.
Tutta la lavorazione di “A secret Wish”, scandita dalla produzione dei videoclip utilizzati per la promozione sembra minata da una “cattiva sincronizzazione”, un fuori tempo massimo assolutamente stimolante che aggrega videoartisti sperimentali, idee per quegli anni assolutamente di rottura in ambito pop proprio perché ne identificano i limiti e una creazione immaginale sofferta e diseguale, frutto di concezioni spesso in contrasto. Difficile comprenderne l’influenza e la portata senza valutare il contributo di Paul Morley, oltre a quello per certi versi “ai margini” ma comunque fondamentale di Trevor Horn. Difficile comprenderne lo spessore, senza il lavoro metadiscorsivo di Zbigniew Rybczyński e quello costante di Anton Corbijn insieme a The London Design Partnership che con i loro cut-out di formati fotografici, lettering, innesti grafici, contribuiranno a realizzare artwork già proiettati verso la videoarte e la transmedialità che sarà di artisti come Jonathan Barnbrook
“A secret Wish” è una meteora e una strana creatura nata dai tentativi di trasferire in un ambito di consumo sollecitazioni più ambiziose, ed è importante in questo senso comprenderne i dissidi interni e la costituzione di un’immagine nata dal contrasto e dall’innesto empirico più che da un progetto di comunicazione schematico e controllato.
Cuori che viaggiano ad una velocità fuori dal tempo quelli di Morley, Horn e dei Propaganda. Visioni inconciliabili che si incontrano in un progetto costituito anche dai difetti, gli scarti, i tentativi e le visioni entro un decennio già costituito da innesti, scagliati fuori dai confini dell’arena televisiva, un anno dopo l’inizio della fine.
1984, televisione? L’inizio della fine
Ridley Scott – Apple Mac – 1984