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Lavare la collezione di dischi con il liquido giusto

Per lavare i propri dischi in vinile ci sono numerosi fluidi. Alcuni già pronti, altri diluibili in acqua distillata o bidistillata. Facciamo chiarezza sulla qualità dell'acqua e su quella delle miscele per lavare un'intera collezione di vinili

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Su indie-eye abbiamo affrontato il lavaggio dei dischi in vinile con alcune macchine lavadischi disponibili per il mercato internazionale, dagli ambiti dispositivi ad ultrasuoni come l’ottima HumminGuru, fino a soluzioni più abbordabili ma assolutamente efficaci per il consumatore finale, come la Knosti Generation II, macchina manuale a manovella da quarant’anni sul mercato, che sfrutta alcune miscele proprietarie per effettuare il lavaggio ad immersione.

Per saperne di più, oltre agli articoli indicati, segnaliamo il video tutorial dedicato a HumminGuru ad ultrasuoni, dispositivo di fascia professionale prodotto in Cina, che incluso spese doganali e accessori, può costare tra le 500 e le 600 euro e il video test di Knosti Generazione II che in versione bundle costa intorno alle 130 euro.

Entrambe le macchine si servono di miscele, acqua distillata, agenti di pulizia e tensioattivi, così come molte altre disponibili sul mercato tra cui la estone Degritter, la VEVOR Ultrasonic Vinyl Record Cleaner, la Klaudio KD-CLN-LP200, la Audiodesk Gläss Vinyl Cleaner Pro X per rimanere tra quelle ad ultrasuoni, ma anche la Pro-Ject Cleaner VC-S2, Okki Nokki One e tutte quelle prodotte dalla VPI Industries per citare dispositivi che sfruttano altre tecnologie di pulizia del disco.

Orientarsi tra miscele proprietarie, diversi tipi di acqua distillata, tensioattivi e usarli in modo corretto non è semplice, proviamo quindi a fare chiarezza sulle possibilità disponibili

La base per la pulizia dei dischi in vinile: acqua distillata

L’acqua distillata è una base fondamentale per la pulizia dei dischi, sia che si utilizzino dispositivi ad ultrasuoni come HumminGuru, che soluzioni meccaniche; manuali come Knosti oppure ad aspirazione come il metodo adottato dal braccio della Okki Nokki One.

Nelle indicazioni dei produttori si legge spesso che l’utilizzo di acqua distillata oppure demineralizzata è ugualmente consentito sia in modalità “pura” che per diluire il concentrato proprietario.
In realtà tra acqua distillata sterile e acqua demineralizzata ci sono alcune differenze, che rendono la prima assolutamente priva di residui, microfiltrata e nel caso della bidistillata utilizzata in ambito medico, completamente apirogena, cioè non contaminata da microorganismi.

Al contrario l’acqua demineralizzata o deionizzata, pur non essendo stata privata della componente salina, non raggiunge il grado di purezza della distillata e può contenere microorganismi e batteri che si eliminano solo con la depurazione microbiologica.

Per alcuni produttori di macchine lavadischi, utilizzare acque demineralizzate, può riservare qualche spiacevole sorpresa sulla lunga distanza e produrre sedimentazioni sul supporto e sul dispositivo dopo numerosi lavaggi ripetuti.

Un rischio che viene scongiurato dall’acqua distillata o bidistillata, utilizzata in campo medico e farmaceutico come diluente per le soluzioni fisiologiche e per pulire i macchinari.

L’acqua bidistillata ha un costo più elevato della demineralizzata ed è disponibile nelle farmacie o nei negozi specializzati che forniscono materiali e dispositivi per la pulizia di gioielli, che tra l’altro sfrutta la tecnologia ad ultrasuoni.

Il costo può oscillare da un 1,25 EURO a 2,45 Euro al litro, dipende dal rivenditore, dal prodotto e se acquistate online, dove spesso il ricarico delle spese di spedizione complica l’acquisto di piccole quantità, dalle offerte che riuscite a scovare.

Ci teniamo a dire, a scanso di equivoci, che l’industria della pulizia per i dischi, in particolare quella legata ad alcuni marchi e dispositivi, mette in commercio acque bidistillate definite “adatte per la pulizia dei dischi“, ma si tratta semplicemente di prodotti sterili sottoposti a filtrazione microbiologica, privi di residui minerali, batteri e calcare, al massimo identici a quelli venduti in ambiente medicale, se non meno puri, ma proposti a prezzi irragionevoli (dalle cinque alle undici euro al litro escluse spese di spedizione)

Nella tabella che segue indichiamo le migliori occasioni relative alle acque bidistillate disponibili in rete.

N.B. Nel costo indicato al litro sono sempre incluse le spese di spedizione.

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Come da tabella, la scelta più conveniente, a parità di qualità, è quella della tanica da 26 litri di AESI proposta da Amazon a 26 euro, con spese di spedizione gratuite, quindi un costo al litro di 1,04 euro, di poco superiore al prezzo delle demineralizzate che si possono acquistare al supermercato e che in questo caso sconsigliamo di utilizzare.

Miscele, misture e liquidi concentrati per pulire i dischi in vinile

Se l’acqua distillata basta e avanza per i puristi che temono alterazioni del supporto ipoteticamente causate da agenti troppo aggressivi, c’è da dire che il metodo di pulizia può fare la differenza. Le macchine ad ultrasuoni sollecitano bolle di cavitazione con una pressione da 40 a 120 khtz, consentendo al liquido di entrare nei solchi senza toccare la superficie con spazzole e panni, mentre lo sfregamento meccanico può essere effettuato con spazzole e modalità diverse da dispositivo a dispositivo. La muffa più ostinata, con la sola acqua, potrebbe necessitare più di un lavaggio e in ogni caso ci sono additivi, agenti, tensioattivi e liquidi concentrati che con la giusta diluizione hanno caratterizzato la prassi di milioni di collezionisti e quella di negozi di vinile disseminati in tutto il globo.

Tra le soluzioni più facili ci sono quelle già pronte, spesso preparate con formula segreta. Un approccio non del tutto etico rispetto all’obbligo di informare il consumatore sulla composizione chimica dei prodotti, ma che evidentemente rappresenta la strategia commerciale più diffusa per scoraggiare l’utenza ad intraprendere il fai da te. Se con l’acqua bidistillata è più difficile convincere l’utenza a spendere 7 euro per un litro di prodotto generato con gli stessi processi di filtrazione diffusi ovunque, la composizione di un liquido di pulizia per i vinili è più complessa.

La tedesca Knosti, oltre alla Mixture classica e filtrabile per più lavaggi, che vende intorno ai 30 Euro e che include un elemento alcolico, propone un nuovo concentrato chiamato Ultraclean, privo di alcool e che vende più o meno alla stessa cifra. Il flacone, prodotto nelle dimensioni di 200ml, permette una diluizione di 40ml in un litro di acqua bidistillata, consentendo la produzione di cinque litri di miscela, quindi con un risparmio di cinque volte rispetto alla Mixture classica già preparata.
Nessuna indicazione sulla composizione. Noi li abbiamo provati entrambi con un test già indicato nei link all’inizio di questo articolo, e funzionano tutti e due molto bene anche con muffa ostinata.

Sulla scia di Knosti, l’italiana MC DAISON, che produce anche un’imitazione della macchina lavadischi Knosti, SpinClear e SpinCare, ovvero il modello a rotazione manuale-meccanica con rastrelliera per l’asciugatura, ha lanciato sul mercato un liquido concentrato per lavare i vinili chiamato Art Du Son. Costa come Ultraclean concentrato della Knosti, circa 34 euro, ma offre la metà del prodotto (100ml).
Recupera evidentemente sulla maggiore concentrazione, consentendo quindi la diluizione di 20ml di prodotto per ogni litro di acqua bidistillata e promettendo i soliti cinque litri di miscela pronta per lavare i propri dischi.

Decisamente economico il liquido di SpinCare, come tutti i prodotti della casa britannica. Ha il vantaggio di uno shop amazon italiano, che consente, vivaddio, di ottenere spese di spedizione gratuite o agevolazioni Prime, aspetto per esempio del tutto assente per quanto riguarda altri brand che vendono prodotti della stessa fascia, legata alle macchine lavadischi manuali. Il Vinyl Record Cleaning Fluid concentrato di SpinCare quindi, viene proposto nelle versioni 150ml, 500ml e 1 litro, rispettivamente a 11, 20 e 30 euro circa. Con quello da 500 per esempio, si lavano fino a 750 dischi. Il dosaggio è tarato sulla loro macchina lavadischi manuale e per un riempimento della stessa, che all’incirca dovrebbe essere di 400ml, richiede quattro tappini di prodotto.

In questo articolo non consideriamo gli spray e altri prodotti ad azione diretta utilizzabili con panni e spazzole direttamente su disco (l’italiano Divinyl Cleaner, il britannico Vinyl Clear), ma solo le soluzioni concentrate che è possibile utilizzare con la macchine lavadischi. Quelli elencati sono intercambiabili per quanto riguarda le macchine ad utilizzo manuale e non accade niente di disastroso se li utilizzate alternativamente con lo stesso dispositivo, mentre sono vivamente sconsigliati per le macchine ad ultrasuoni. Il rischio, effettivo o meno in termini tecnici, è semplicemente quello di perdere i diritti di garanzia sul dispositivo.

Le macchine ad ultrasuoni, nello specifico, utilizzano un tensioattivo molto simile a quello per i fotografi, che con poche gocce in acqua distillata, consente di rompere la tensione della distillata sulla superficie e permettere al processo di cavitazione di pulire al meglio i microsolchi.
Noi abbiamo provato The Small Bottle di HumminGuru, costa 27 euro ed è diluibile in 400ml di acqua bidistillata per ogni utilizzo. Più o meno ci si lavano 800 dischi con una boccetta da 20ml molto simile a quelle che contengono collirio.

HumminGuru, prodotta dalla cinese Happywell, sconsiglia di ricorrere ad altri tensioattivi ed altre miscele, pena la perdita dei diritti di garanzia sul dispositivo. I prodotti del brand cinese sono di fascia medio-alta, ma molto meno costosi di altri simili legati ad altri brand, come per esempio la estone Degritter. Anche con le spese doganali da sostenere, la loro macchina lavadischi rimane una delle più abbordabili, oltre che efficienti, tra quelle disponibili sul mercato.

[Foto dell’articolo libero utilizzo Pexels: https://www.pexels.com/it-it/foto/disco-in-vinile-nero-che-suona-sul-giradischi-1389429/ ]